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La Caritas riparte da padre Giuseppe Brancato

 Nasce nel segno della continuità con l'azione di padre Tonino Tripodo, l'esperienza del giovane sacerdote Giuseppe Brancato alla direzione della Caritas di Messina. Una scelta precisa dell'arcivescovo Calogero La Piana, che ha voluto puntare su un quarantenne che conosce bene il territorio ed il valore della carità per questo importante incarico. Ordinato sacerdote il 22 giugno 2002 da mons. Giovanni Marra, Brancato viene nominato vice parroco nella Basilica di San Sebastiano di Barcellona dove svolge il tirocinio pastorale sotto la guida di don Franco Farsaci. Nel settembre dell'anno successivo è chiamato a servire la comunità di Basicò dove resta fino a febbraio 2008, quando viene trasferito a Messina nella parrocchia di San Michele Arcangelo. Nell'ottobre del 2011, l'ultima destinazione, la comunità di San Paolo Apostolo di Camaro Inferiore, dove continuerà ad operare: «Ho parlato con sua Eccellenza ed è stato deciso così, per non disperdere il legame con un gruppo pastorale straordinario – ha spiegato padre Giuseppe –. La zona è considerata a forte rischio sociale, a maggior ragione è bellissimo vedere oltre novanta animatori che spontaneamente dedicano il proprio tempo agli altri, soprattutto ai più piccoli con le attività del grest». Il doppio impegno non lo spaventa, anzi è tanto l'entusiasmo per questa nuova avventura: «Sono giorni intensi perché sto scoprendo nel profondo un mondo che conoscevo solo esternamente –ha proseguito –. Mi occuperò del coordinamento, ma il vero cuore sono le 250 parrocchie della diocesi all'interno delle quali operano gruppi Caritas che sono diretti centri di ascolto. Ho già visitato alcune strutture con le quali collaboriamo, come la Lelat e il centro Osea, ultimo gioiello nato a dicembre 2014 nel rione Santa Chiara riservato ai mariti separati». Uno degli specchi che riflette le povertà “moderne”, sulla base delle quali la Caritas prova a modellare le proprie energie. Le minacce sono tante: il gioco d'azzardo, l'alcol e le droghe, l'emergenza abitativa e quella più grave che riguarda il lavoro: «Coinvolge migliaia di persone e frustra, soprattutto i ragazzi che non possono costruirsi un futuro autonomo – è il pensiero di padre Brancato –. Non è solo uno slogan che l'occupazione dà dignità, ma è un effetto tangibile». Apertura al dialogo con enti ed istituzioni: «Non ho ancora parlato con sindaco ed assessore ai servizi sociali, da loro mi aspetto collaborazione nel rispetto dei ruoli, ma credo che gli ideali siano comuni, l’uomo interessa alla chiesa come alla politica». Una battuta sull'accoglienza degli immigrati, di strettissima attualità: «L'allarmismo fa comodo a qualcuno, non si possono chiudere le porte a fratelli che scappano da guerre e morte. Più in generale credo che in questo momento si stiano sviluppando nuove relazioni tra continenti e popoli, l'umanità è un grande esperimento da vivere nel segno della solidarietà reciproca alternativa agli esclusivi interessi economici». Speranze personali? «Essere fedele a Dio e all’uomo, riconoscere nel volto di ogni uomo quello di Dio. Sono fermamente convinto che se la fede ci fa credenti, è la carità a renderci credibili». Messina spicca per la sua capacità di donarsi a chi sta peggio: «La città registra molteplici primati negativi, ma non è seconda a nessuno in quanto a sensibilità».

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