Quattro condanne penali. Ma soprattutto due anni di divieto di accedere allo stadio “San Filippo” per vedere qualsiasi partita dell’Acr, e anche di seguire la squadra del Messina in trasferta. È finita così per quattro degli ultrà arrestati dopo i disordini del derby Messina-Reggina del 30 maggio scorso che avevano scelto di chiudere subito la partita con il giudizio abbreviato. Nel primo pomeriggio di ieri dopo l’ultima udienza del processo il giudice monocratico Fabio Pagana ha letto la sentenza che riguarda Gaetano Arcidiacono, Matteo Astuto, Filippo Bonaccorso e Gabriele Sottosanti, definendo le loro posizioni. Sono stati assistiti dagli avvocati Antonello Scordo e Andrea Torre. Il giudice ha inflitto a Arcidiacono, Astuto e Bonaccorso la pena di un anno di reclusione, mentre per Sottosanti ha deciso un anno e quattro mesi di reclusione. Sono state considerate dal giudice sia la recidiva sia la riduzione della pena per la scelta del rito, ed è stata applicata la cosiddetta “continuazione” in relazione ad altri episodi analoghi. Come pena accessoria, per tutti e quattro, il giudice ha disposto il cosiddetto Daspo giudiziario (che è cosa diversa dal Daspo deciso in via amministrativa), che tradotto è «... il divieto di accedere allo stadio “San Filippo” di Messina in occasione dello svolgimento di manifestazioni sportive calcistiche in cui sia comunque impegnata la Acr Messina, nonché ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni calcistiche in cui sia comunque impegnata la Acr Messina, anche in trasferta, per due anni».
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