Un palco ricoperto d’acciaio, un gigante tecnologico per riprodurre l’astronave di metallo su cui far salire i 40 mila del San Filippo nella notte in cui si «fa la storia». E un muro di suono pronto a investire i fan di Sicilia e Calabria (ma non solo) che aspettavano il “rientro” del Komandante in riva allo Stretto da quattro anni, ovvero dal 26 giugno 2011, quando a causa del crollo di un muro perimetrale dello stadio il concerto fu annullato per motivi di sicurezza. Il Blasco aveva preso l’impegno di tornare a Messina ed è stato di parola. Quasi al culmine dello straordinario tour “Vasco Live Kom 015” che ha già toccato Torino, Bologna, Milano, Firenze, Bari e Napoli facendo registrare il sold out ovunque e che si concluderà a Padova il 12-13 luglio, il rocker di Zocca suonerà ancora nella vallata del San Filippo (il via alle 21) e lo farà nel solco delle recite heavy metal del tour 2014, provando a spingersi ancora più in là. Perché il nuovo Vasco è in grandissima forma e la band si muove su sonorità che non saranno metal tout court, ma sono certamente pesanti pensando al passato. Dalle note della suite che Dmitrij Shostakovich scrisse per la colonna sonora del film “Zoya”, overture dell’uscita di Vasco sul palco, sarà infatti un bombardamento di musica e luci, soprattutto a inizio concerto. Da “Sono innocente ma” a “Deviazioni” passando per “Duro incontro” l’approccio sarà da restare senza fiato e quasi storditi tra le rullate di batteria di Will Hunt, il basso di Claudio “Gallo” Golinelli e le chitarre di Stef Burns e Vince Pastano (sempre più nella combriccola). Adrenalina pura per chi segue il Vasco su e giù per la Penisola e che anche a Messina è arrivato con tre-quattro giorni d’anticipo per non perdere i posti in... prima fila (anche due charter da Malta con oltre 200 fan). Il Komandante era stato chiaro il giorno dell’annuncio delle 14 date del tour: «Non sarà un concerto celebrativo». E così è: poco spazio ai ricordi per un artista che non vuol saperne di ritrovarsi sul viale del tramonto nonostante i 36 anni, i 16 album e le 170 canzoni. Sfarfallìo di luci e laser, il concerto è profondamente segnato dai suoni del nuovo disco. Ma soprattutto dopo metà recita ci sarà spazio anche per le ballate, con le nuove canzoni che si legano alle più lontane, come i brani di “Vado al massimo”, l’album della consacrazione dopo Sanremo ‘82. E via libera per Stef Burns con la seconda chitarra acustica, Andrea Innesto al sax, Frank Nemola alla tromba e Clara Moroni ai cori. Dopo la cima la discesa con “Stupendo”, “C’è chi dice no”, “Sballi ravvicinati” e un un momento techno-progressive in cui Blasco partirà con “Delusa” per lanciarsi in un medley che intreccia “T’immagini”, “Mi piaci perché” (che non cantava live da 20 anni) e “Gioca con me”. Il finale è un colpo al cuore con i pezzi da novanta: “Sally”, “Siamo solo noi” e “Vita spericolata”. Fino all’immancabile chiusura di “Albachiara”. Tutto pronto per ciò che concerne l’organizzazione. L’apertura dei cancelli è prevista alle 15 per quanto riguarda il prato “gold”, poi ogni 15’ il via libera anche per gli altri settori.