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Fondo Saccà, dopo le ruspe l'asfalto

È solo una striscia d’asfalto. Vista da fuori vale quel vale. Per gli abitanti del rione Cannamele, Fondo Saccà, però, questa striscia ha un significato enorme. È il primo vero passo nel percorso di riqualificazione di quest’area. Il primo segnale concreto di un nuovo inizio.

Lo sbaraccamento che è ormai un pezzo di storia del quartiere non aveva portato i risultati sperati. Presto l’intera zona si era trasformata in una sorta di piccola discarica. “Era quasi meglio prima” dicevano spesso gli abitanti.

Di acqua, sotto i ponti, ne è passata tanta da quei giorni.

Tra promesse non mantenute, proteste più o meno accese, blocchi stradali e impegni istituzionali si è arrivata a una nuova estate. A inizio mese è montata di nuovo la rabbia degli abitanti del rione, costretti a fare i conti con pulci, zecche, insetti e ratti.

Il Comune ha preso un impegno, il 10 sono entrate in azione le ruspe per portar via rifiuti e detriti e ripulire l’area.

Che adesso si presenta così. Non bellissima, in verità, ma comunque un po’ più decorosa di prima. Ci sono ancora alcune casette da demolire e un paio di situazione da definire. C’è la necessità di completare lo sbaraccamento per poter avviare un progetto serio di riqualificazione.

Creare un parco urbano, un’area dedicata ai più piccoli ma anche agli altri abitanti di questa zona che per tanti anni è stata solo simbolo di degrado e che ora vuole rinascere.

Mancano ancora parecchi tasselli, l’asfalto sistemato in via Catanzaro è il primo che si inserisce in un mosaico che pian piano deve prendere forma. Deve, perché non è accettabile che la situazione resti quella che era.

Un viaggio di mille miglia inizia sempre con un primo passo. E l’asfalto, qui, è esattamente questo. Il primo di una lunga serie di passi che dovranno trasformare il rione Cannamele in un quartiere normale.

Sembra poco, ma non lo è.

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