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Il dirigente della Mobile Anzalone ricostruisce il “sistema Genovese”

 La “galassia Genovese”. Il sistema di condizionamento, giocato su più livelli, dell’a ssessorato regionale alla Formazione. La sussistenza del reato associativo. I modi e i tempi di acquisizione degli enti di formazione in teoria “decotti”, ovvero con una serie di passività, ma con un grande potenziale futuro, cioé una serie di programmi approvati e da finanziare per milioni di euro. Il ruolo “e c onomico” del commercialista Dario Zaccone nell’ambito del gruppo. È stata molto lunga ieri, divisa tra la mattinata e il pomeriggio, la deposizione del capo della Mobile Giuseppe Anzalone al processo “Corsi d’oro 2”, che si sta celebrando davanti alla prima sezione penale del tribunale presieduta dal giudice Silvana Grasso. Si tratta di un altro degli investigatori principali che hanno lavorato all’inchiesta, e che ieri ha risposto alle domande del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita. Una deposizione molto complessa e articolata che si è chiusa solo nel tardo pomeriggio, per concludere l’e s ame di uno dei testi principali dell’accusa. Poi il 14 luglio, prossima data d’udienza già fissata, saranno i difensori a controesaminare Anzalone, dalla parte delle difese. Ieri è stata poi stralciata la posizione dell’on. Franco Rinaldi, imputato insieme al cognato Genovese, che era impegnato a Palermo all’Ars, ma sarà molto probabilmente ricongiunta al troncone principale già alla prossima udienza. In pratica nelle ore passate a sentire il capo della Mobile è emerso il quadro globale dell’inchiesta che ha scoperchiato il sistema-Genovese calato nella formazione professionale e smantellato dalle indagini, passando in rassegna tutti gli aspetti salienti dell’accusa. Per esempio per inquadrare gli elementi dei profili associativi contestati dalla Procura, ovvero la ragnatela di contatti e interessi comuni che si sono manifestati nella impressionante mole di intercettazioni telefoniche agli atti, conversazioni in gran parte rievocate nel corso dell’esame. Il dott. Anzalone ha ripercorso per esempio la “vita” di alcuni degli enti e delle società ricondubili all’on. Francantonio Genovese e alla sua cerchia parentale e di collaboratori, e l’ha poi contestualizzata con la capacità del suo entourage politico-amministrativo di “controllare” i passi dell’a s s e s s orato regionale alla Formazione, attraverso l’attività di Salvatore Lamacchia, sotto più aspetti: la capacità di indirizzare le scelte politiche e gli atti amministrativi, ovvero le circolari emanate (il caso simbolo è quello dell’E nfap) per agevolare l’a c q u i s izione degli enti o i mandati di pagamento. L’investigatore ha poi parlato del cosiddetto livello finanziario della “galassia Genovese”, attribuendo un ruolo preminente in questo senso al commercialista Dario Zaccone. Il dott. Anzalone ha poi ricostruito, sempre sulla scorta delle domande formulate dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, tutti i passaggi di acquisizione di alcuni enti, tra cui i casi-simbolo sono senza dubbio quelli relativi allo Ial-Cisl e all’Enfap. Proprio quest’u ltimo che in teoria aveva una serie di passività che ne avrebbero sconsigliato l’a cquisizione, in prospettiva aveva in portafoglio progetti già approvati sulla formazione professionale per circa 14 milioni di euro. E sempre all’Enfap, ha ricordato ieri Anzalone, alcuni dipendenti formalmente assunti dall’e nte in realtà erano impiegati a tempo pieno all’interno della segreteria politica dell’on. Genovese. (n.a.)

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