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In migliaia dietro
il Carro trionfale

 È il culmine non solo di un intenso periodo di nove giorni ma di un intero anno di fede e religiosità. Il popolo dei devoti di Sant’Antonio si è riversato ieri – dopo l’imponente partecipazione agli eventi della Notte Bianca – sulle strade della città, dietro il Carro trionfale. E ancora una volta Messina si può fregiare del titolo di “Città antoniana” per eccellenza. Decine di migliaia di fedeli, provenienti dalle varie province siciliane e dalla vicina Calabria, hanno accompagnato la Statua del Santo (con il prezioso Reliquiario dorato, dono della Basilica di Padova) nel “viaggio” tra la folla, lungo le vie Ghibellina, Santa Cecilia, Cesare Battisti, Tommaso Cannizzaro, e poi piazza Cairoli, viale San Martino con ritorno al Santuario di via Santa Cecilia. Una processione cominciata subito dopo la messa celebrata dal vescovo di Caltagirone mons. Calogero Peri, finita poi con il tradizionale Inno a Sant’Antonio cantato dal Piccolo Coro Antoniano e con il discorso dell’arcivescovo mons. Calogero La Piana, che ha poi benedetto i pellegrini, affidando la città di Messina a Sant’Antonio «per una vita migliore e un futuro più certo e luminoso». La costruzione dell’attuale Carro trionfale risale al 1946, mentre il primo Carro più modesto fu costruito nel 1931. Questa secolare tradizione si è andata affermando nel secolo XX ad opera di Sant’Annibale Maria di Francia, il Santo messinese, fondatore della stessa Basilica Santuario e degli Orfanotrofi Antoniani della città e di tanti altri sparsi per l’Italia. Si deve proprio a Sant’Annibale la diffusione del Pane di Sant’Antonio, avvenuta alla fine del 1800, pia istituzione diffusa oggi in ogni parte del mondo. Durante i festeggiamenti migliaia di panini benedetti (oltre diecimila) sono stati distribuiti alle migliaia di devoti. In serata, nella piazza Annibale Maria Di Francia, si è svolto lo spettacolo dei fuochi pirotecnici e subito dopo il concerto della Banda musicale “Giuseppe Verdi” di Faro Superiore e l’intrattenimento con artisti di strada (che erano stati anche tra i protagonisti della Notte Bianca). Questi giorni di festa sono stati anche l’occasione per riscoprire (o scoprire per la prima volta) luoghi mistici e tesori come quelli custoditi nel Museo del Quartiere Avignore, nel Museo del Tesoro della Basilica e nel vicino Santuario della Madonna del Carmine.

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