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Timidi segnali di ripresa ma nel 2015 hanno chiuso più di 300 imprese locali

 Nel primo quadrimestre del 2015 si è registrato in Italia un saldo negativo tra aperture e chiusure di 10.654 imprese. Saldo negativo che, nel periodo in questione, è di 343 imprese soltanto a Messina. Da gennaio ad aprile di quest’anno, quindi, le chiusure sono risultate ancora superiori alle aperture. Dati tristemente in linea con quelli dell’anno precedente, illustrati dal presidente Confesercenti Messina Alberto Palella nell’ambito dell’assemblea provinciale annuale di Confesercenti, alla quale ha preso parte anche il presidente nazionale Massimo Vivoli, che ha scelto la città dello Stretto come prima tappa in Sicilia. L’incontro sul tema “Dopo la crisi, costruiamo il futuro mettendo al centro il lavoro e le imprese messinesi”, si è tenuto ieri alla Camera di Commercio ed è stato aperto da un minuto di silenzio in memoria di Saro Ansaldo Patti che, come ha spiegato il direttore Confesercenti Messina Daniele Andronaco, coordinatore dei lavori, «ha dato per tanti anni un importante contributo a questa associazione» (un’ora prima gli è stato anche intitolato il salone della sede Confesercenti Messina). «Nei primi quattro mesi del 2015 –ha chiarito Palella –, si registrano però anche segnali di ripresa per quanto riguarda i consumi, l’occupazione e gli investimenti. È notizia di pochi giorni fa che l’Ocse, che ha confermato la crescita del Pil dello 0,6% per il 2015, ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il 2016 all’1,5%. Il Fisco – ha aggiunto –si conferma il principale concorrente negativo per chi opera nel settore del commercio e della amministrazione. Pesano, inoltre, e non incoraggiano gli investimenti e le nuove iniziative, anche l’eccessiva burocrazia e il caro affitti». L’unico indice positivo viene dal settore turistico: «Da ciò si deduce –ha detto Palella –che questo settore è una risorsa da non sottovalutare. Bisogna puntare ed intervenire su questo comparto con specifici programmi a medio e lungo termine. E bisogna farlo attraverso interventi strutturali in sinergia tra Stato, regioni, amministrazioni locali e naturalmente associazioni di categoria». Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha ribadito i concetti, sottolineando che: «Non bisogna arrendersi, Messina deve combattere puntando innanzitutto sulla sua vocazione turistica. Per vincere questa battaglia bisogna fare squadra e dare inizio ad un processo di “sburocratizzazione”. Perché le difficoltà della burocrazia spesso scoraggiano chi voglia fare sana impresa. Abbiamo in aula, in itinere, un testo unico sul commercio. È indispensabile la sinergia tra imprenditori, politica ed istituzioni». Per il presidente nazionale Confesercenti Massimo Vivoli, che al termine del dibattito è stato in visita alla Gazzetta, «siamo l’unico Paese con una così grande conflittualità all’interno del Governo, bisogna intervenire innanzitutto su questo. È un momento molto difficile, ma uscire dalla crisi non è impossibile. L’Italia è un Paese ricco di qualità, in particolare per quanto riguarda il turismo, ma anche l’artigianato e la piccola e media impresa. Dobbiamo lavorare tutti insieme, mettendoci cuore e volontà, per far in modo di incoraggiare gli investimenti nel nostro Paese, così da creare nuove prospettive per i giovani e per le donne e in generale nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, nell’assemblea nazionale del prossimo 22 giugno proporremo la creazione di un progetto preciso che possa rappresentarle adeguatamente». Ai lavori hanno preso parte il commissario straordinario della Camera di Commercio di Messina Francesco De Francesco ed il direttore Confesercenti Sicilia Michele Sorbera. Presente, tra gli altri, anche il segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese.

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