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Impianti sportivi,
tutto fermo

 La gestione degli impianti sportivi cittadini rischia di rimanere in una condizione di stallo permanente, per lo meno fin quando la Giunta non farà definitivamente chiarezza sulla linea politica da seguire. Manca l’atto decisivo, allo stato attuale si resta fermi alla bozza di piano tariffario presentata dal dirigente Salvatore De Francesco, che prevede un aumento imponente, quasi imposto dallo stato precario delle casse dell’ente. Si attendevano delle risposte dalla seduta di ieri della commissione Sport al Comune, che però non sono arrivate direttamente per l’assenza contemporanea dell'assessore al ramo Sebastiano Pino, di De Francesco e del ragioniere generale Antonino Cama. «Doveva essere il giorno della verità, ma purtroppo è stata un’occasione mancata – ha commentato il presidente della commissione Piero Adamo –. Le scelte spettano all’Amministrazione, dal canto nostro abbiamo sollecitato la discussione sulla delibera che giace in un cassetto dal 13 marzo scorso». La Giunta, probabilmente temendo l’impopolarità e comprendendo la delicatezza della questione, ha fin qui deciso di non decidere, creando però alle società sportive un ulteriore danno. Queste ultime, infatti, non sanno quanto dovranno pagare e dunque non sono nelle condizioni di potere programmare la prossima stagione agonistica. Un concetto ribadito anche dal presidente del Coni, Aldo Violato, il quale raccogliendo gli umori delle società, ha riassunto le loro volontà: il 36% di costi che il Comune, a mezzo di tariffario d’uso, deve coprire per i costi delle strutture di proprietà, venga calcolato in rapporto al singolo impianto e non in generale su tutto l’apparato strutturale; i contributi versati abbiamo una precisa posta in bilancio in entrata ed in uscita per avere la massima chiarezza sulla gestione delle risorse destinate agli impianti; il Comune, in tema di concessioni pluriennali, ragioni sulla base di una durata proporzionata ai costi da sostenere per il mantenimento e la messa a norma. Un esempio emblematico, in questo senso, è rappresentato dal futuro del Marullo di Bisconte. Come si ricorderà la Giunta, con delibera del 10 febbraio, ha emanato un atto di indirizzo con il quale è stato intimato al dipartimento Sport di predisporre gli atti e gli schemi tariffari per riequilibrare il rapporto costi-ricavi delle varie strutture sportive, raggiungendo quindi la percentuale minima fissata, che è appunto nel 36%. Formalizzato questo passaggio, nessun provvedimento successivo è stato però adottato. Intanto, è arrivato lo stop dal dipartimento Avvocatura in merito alla richiesta di provare a rinegoziare i contratti in essere con gli attuali gestori: sarebbe troppo alto il rischio di contenziosi.

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