Anche il super condiviso piano di riqualificazione “Scalinate dell’Arte”, fatto di due progetti premiati dall’Unione Europea con fondi Po-Fesr (1 milione e 63.000 e 1 milione e 48.000 euro) e già appaltati, rischia un clamoroso flop. In gioco il restauro, la riqualificazione ed anche la trasformazione in luoghi espositivi dell’Arte contemporanea, delle sette scalinate a monte della via Ventiquattro Maggio: in direzione nord, Caglià Ferro, Sant’Anna, San Gregorio, Rampa della Colomba, Rosa Donato, Rampa operaia e Monsignor Francesco Bruno. Scalinate gioiello della Messina pianificata da Borzì: da decenni deteriorate, imbrattate, offuscate dall’incuria. Ma cosa blocca i cantieri? La Regione continua imperterrita, da gennaio scorso, a rivolgere al Comune, capofila dell’associazione temporanea di scopo, richieste di chiarimenti tecnico-giuridici sul percorso seguito. A sua volta il Comune, che agisce in sinergia con la società ideatrice Team Project e un’associazione di architetti e in rete con varie Istituzioni tra cui l’Università e la Provincia, continua ad inviare a Palermo tutte le integrazioni richieste. Fino ad oggi sono trascorsi inutilmente, per il primo appalto, tutti i mesi dell’inverno e della primavera – aree consegnate nel dicembre 2014, cantieri aperti a partire dalla Scalinata Rampa della Colomba di Montato nel marzo 2015 – ma dalla Ragioneria della Regione continua a non essere accreditato un euro. Comprensibilmente, l’impresa Ferrara di S. Teresa non anticipa risorse, il Comune di Messina s’inquieta sempre più al pensiero che i lavori vanno ultimati e rendicontati all’Europa entro il 31 dicembre, pena la revoca dei finanziamenti, e tra aprile e maggio, sono cominciati gli atti stragiudiziali incrociati