Una città che perde la memoria nel momento in cui ricorda. Una città che sembrerebbe anche aver perso la buona educazione, quelle norme di galateo, per nulla ipocrite, ma importanti perché danno il senso del rispetto nei confronti delle istituzioni, degli uomini illustri, della civiltà. Amaro il commento dell’ex presidente della Regione Franco Martino, per non essere stato invitato dall’amministrazione comunale alle celebrazioni per il 60esimo della conferenza di Messina. Non tanto per il suo passato molto rappresentativo, ma per la sua parentela. Nipote di Gaetano Martino che di quell’incontro del 1955 fu il promotore, tanto da essere definito il padre putativo della comunità europea. Ancora di più è amareggiato Franco Martino perché suo cugino Antonio, figlio di Gaetano, aveva già avvisato il Comune di non poter essere a Messina il 3 per l’inaugurazione dei lavori e quindi chi meglio di lui avrebbe potuto farne le veci? L’ex presidente della Regione ci racconta di aver seguito, anche se non coinvolto direttamente dagli organizzatori, ma proprio dal cugino, l’evolversi della situazione. L’invito del 3 giugno, ma solo ad Antonio, era slittato ad oggi all’Università perché l’ex Ministro degli Affari Esteri era impegnato a Roma per ragioni istituzionali, salvo poi non essere presente neanche stamattina, tanto da far pensare al fatto che si sia offeso proprio per il mancato invito al cugino. Franco Martino assicura che Antonio era davvero impegnato, ma conferma che lo avrebbe sostituito con piacere. Insomma, comunque sia andata, l’incidente diplomatico si è consumato e proprio con la famiglia che ha dato i natali all’ex Ministro ed ex sindaco di Messina che organizzò quella conferenza di cui ci occupiamo tutti già da tre giorni