Oggi hanno invitato, a palazzo dei Leoni, centrali operative, Asp, sindaci dei 108 comuni e cittadini, ma in realtà all’assemblea, la prima nel suo genere tra medici, autisti-soccorritori, infermieri e personale di centrali operative e amministrativo del 118 siciliano, non hanno risposto in tanti. Assente l’azienda sanitaria provinciale alla quale sono state nel tempo avanzate alcune proposte rimaste inascoltate, assenti i sindaci, tranne Antonio Caselli primo cittadino di Torregrotta che, come i colleghi, si ritiene però anello debole della catena per via della mancanza di poteri decisionali volti al miglioramento del servizio. “Le scelte vengono effettuate a livello politico - è stato detto dai responsabili del sistema dell’emergenza territoriale - e invece sarebbe opportuno conoscere, da chi lavora sul campo, i veri problemi che ogni giorno si presentano”. Le ambulanze, poche per la verità sul territorio vengono distratte per servizi secondari mancando poi per le vere urgenze, come gli infarti o gli ictus, alle cui reti operative oggi il 118 è chiamato. Gli operatori sono solo la punta di un iceberg di un sistema poco snello fatto di decreti e norme elaborati a tavolino senza conoscere la realtà dei fatti.
Sensibili alla problematica che vede anche una migliore localizzazione delle guardie mediche, Cittadinanza Attiva con Giuseppe Pracanica e il Tribunale dei diritti del malato con la coordinatrice provinciale Angela Rizzo. Bisogna coinvolgere la cittadinanza per spiegare che una chiamata non indispensabile al 118 può costare una vita umana che ne ha invece necessità. Nasce da Messina così un percorso itinerante per tutta la Sicilia per sensibilizzare la cittadinanza e per produrre un documento unitario.
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