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Morte Provvy Grassi
12 richieste di giudizio

E’ un altro step che si conclude, un’altra tappa di avvicinamento al processo per uno dei casi più discussi degli ultimi anni, quello della morte di Provvidenza Grassi il ci corpo fu scoperto nel gennaio dell’anno scorso in una scarpata sotto il viadotto Bordonaro della tangenziale.

Ora il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo ha chiesto il rinvio a giudizio per 12 persone fra ex direttori, commissari e dirigenti del CAS che dovranno comparire il 23 giugno nell’udienza preliminare davanti al gip Maria Teresa Arena. Si tratta degli ex presidenti del CAS Antonino Minardo e Patrizia Valenti, degli ex commissari straordinari Nino Gazzarra, Anna Rosa Corsello, Benedetto Dragotta, Matteo Zapparrata e Calogero Beringheli, degli ex direttori generali Felice Siracusa, Mario Pizzino e Maurizio Trainati e dei direttori tecnici Gaspare Sceusa e Letterio Frisone. già arrestato nell’operazione Tekno per gli appalti truccati al CAS.

Le ipotesi di reato contestate dalla Procura sono omicidio colposo e per alcuni degli indagati rifiuto d’atti d’ufficio.

Provvidenza Grassi la sera del 9 luglio 2013 stava tornando a casa a S.Lucia sopra Contesse dopo una trascorsa con il fidanzato a Rometta. Secondo la ricostruzione della sottosezione Boccetta della polizia Stradale giunta quasi all’uscita della galleria Bordonaro la ragazza perse il controllo dell’auto che si ribaltò e schizzò verso il guard rail ma sfortunatamente passò attraverso un varco e finì nella scarpata. Fra i rovi restò per sei mesi fino alla sera del 29 gennaio 2014 quando un operaio notò la carcassa dell’auto e poi il cadavere adagiati dietro una casa cantoniera. Le indagini della Polstrada e la perizia del consulente della Procura, l’ingegner Andreas Pirri hanno sempre seguito la pista dell’incidente autonomo versione che non ha mai convinto i familiari della ragazza che avevano sollevato dubbi sulla causa della morte di Provvidenza. Nella richiesta di rinvio a giudizio viene contestato ad otto indagati il reato di rifiuto di atti d’ufficio perché nel periodo preso in considerazione, dal 2001 ad oggi, presidenti e commissari non avrebbero disposto, anzi addirittura si sarebbero rifiutati di porre in essere interventi di messa in sicurezza delle galleria dell’autostrada Messina Palermo ed in particolare il raccordo dei terminali delle barriere di protezione poste all’uscita delle galleria con la volta delle stesse. Proprio da uno di quegli spazi lasciati liberi dal guard rail è passata l’auto di Provvidenza Grassi finendo nella scarpata. E tutto ciò nonostante durante un collaudo, il 10 febbraio 2006, i tecnici dell’Anas avessero segnalato il pericolo intimando ai responsabili del CAS d’intervenire. E anche la Polizia stradale il 3 ottobre 2006 fece la stessa cosa con riferimento alla tratta autostradale Messina-Divieto. Avvertimenti, che secondo la Procura, sono rimasti inascoltati e proprio i mancati interventi di messa in sicurezza sarebbero una delle cause della tragedia. 

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