Roma ordina, Palermo esegue, Messina incassa. Questo uno dei tanti slogan scanditi oggi pomeriggio dai circa 400 manifestanti che hanno però fatto sentire la loro voce. Il corteo si è composto intorno alle 16,30, alcune manifestazioni di solidarietà al microfono da parte degli intervenuti. I numeri, ha detto il presidente del Comitato Minasi, non coincidono. Con la chiusura dell’emergenza urgenza i messinesi saranno costretti ad aspettare ore ed ore al pronto soccorso del Policlinico. E poi ancora il problema della mancanza di un punto strategico di protezione civile e non di poco conto l’assenza della politica e soprattutto del sindaco. Solo pochi i rappresentanti del palazzo i consiglieri Libero Gioveni, Rita La Paglia, Nina Lo Presti e la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile intervenute in ritardo queste ultime a causa del blocco stradale. Solo fumose rassicurazioni quelle diffuse in questi giorni sostengono i manifestanti tra cui la UilFpl, le associazioni Città futura e Stai con noi, l’Orsa e il movimento #ilferribottenonsitocca, che credono che lo smantellamento del nosocomio sia inequivocabile.
Il confronto è l’unica via d’uscita da questa situazione che si trascina da mesi e a tendere la mano oggi pomeriggio è stato il movimento il Megafono che ha promosso un confronto pubblico tra le due fazioni, i movimenti e i comitati spontanei da un lato e la parte politica dall’altro rappresentata nel caso specifico dagli on. Formica e Picciolo. Parteciperà anche il sindaco Accorinti come massima autorità sanitaria cittadina e il presidente del consiglio comunale Barrile, martedì alle 10 nella sala del consiglio comunale si farà si spera, maggiore chiarezza.