Padiglioni e Teatro: quelle opere attese all’infinito mentre naufraga, con l’immagine della Fiera di Messina, anche quella della città. I bandi dei due concorsi di progettazione ancora lontani dai cantieri – il restauro dei padiglioni vincolati e il rifacimento del Teatro –l’Autorità portuale li pubblicò nel 2007, al tempo del presidente Garofalo. Sono trascorsi più di 7 anni, arrivati altri due presidenti dell’Authority (Lo Bosco e De Simone) e ancor oggi di visibile non c’è nulla. Soprattutto per l’appalto del restauro, che dopo mille problemi per ottenere i pareri, era stato finalmente bandito (5,3 milioni) nell’ottobre 2014, ma poi il bando è stato ritirato, e di nuovo approda in Comitato portuale, il 7 giugno, il progetto esecutivo aggiornato, si sfiora quasi il ridicolo. Quasi una maledizione, considerando che il progetto di riqualificazione dei padiglioni di Pantano, Rovigo, Libera, è stato redatto da un’equipe di prim’ordine composta da un docente universitario di Restauro all’Università di Reggio, il prof. Massimo Lo Curzio, e i professori archistar Laura Thermes e Franco Purini. Ma qualcosa, pare a causa delle tante normative entrate in vigore negli ultimi 7 anni, ha indotto le tante imprese partecipanti alla gara 2014 a far piovere richieste di chiarimenti più o meno uguali, l’Authority si è cautelata chiedendo integrazioni su calcoli e tabulati, i progettisti le hanno fornite, e la conclusione è che il progetto, pur non modificato, sarà ri-esitato in Comitato. Ma sconcertante risulta anche la storia (2008-2015) del rifacimento con parziale demolizione-ricostruzione del Teatro in Fiera, progetto curato dall’equipe messinese Mannino-Marino. Un altro iter senza fortuna all’interno del quale sono trascorsi quattro anni, fino all’autunno del 2012, senza che il preliminare potesse diventare definitivo. Accadeva di tutto e di più, dalla solita paralisi dovuta ai ricorsi alla straordinaria lentezza con la quale l’Autorità portuale provvide ad aggiudicare la modesta gara dei carotaggi indispensabili ai professionisti vincitori per misurare la demolizione-ricostruzione. Poi, tra il dicembre del 2012 ed il febbraio del 2013 anche l’occupazione “pinellina” che ha avuto, però, un merito storico. Far riflettere i messinesi sul bisogno davvero sentito e condiviso, da molti giovani ma anche dai meno giovani, di un polo di fruizione pubblica – teatrale e creativo, artistico-culturale – dentro la Fiera. L’occupazione ha ridato slancio a un iter che c’era ma languiva. Una volta avuti tutti i dati sulle parti strutturali ammalorate, molto peggio di quanto si pensava, l’equipe è avanti andata fino in fondo. E adesso, entro la prossima settimana, presenterà un progetto esecutivo a caccia di tutti i pareri di legge. Sarà convocata la conferenza dei servizi con il Comune, la Soprintendenza, il Genio civile opere marittime, la Dogana, l’Asp.