Vita imposta? No, affatto cari furbetti del quartierino spray e dell’anonima imbrattamenti. La nostra vita è libera, perché come sempre mettiamo faccia e firma in testa alle nostre azioni e ai nostri pensieri. Libera. Dopo due anni di meravigliosa pulizia avete colpito il lindo muro del liceo La Farina riportato a nuovo da studenti e dai professori, che si erano fatti un mazzo così per rendere presentabile la loro casa. Vigliacchi. Vi nascondete dietro l’anonimato e nottempo, casa per casa, (citazione, sapevatelo), spandete a destra e a manca il verbo dello spray inutile e insulso, poi tornate in perfette casette radical chic o politically correct come nulla fosse, dormendo sonni tranquilli protetti dal papi. O dalla mamy. A cosa è servito imbrattare un muro che era stato al centro della fatica di tanti per migliorare il contesto? A nulla. Assolutissimamente a nulla. Invece di nascondere i vostri fallimenti dietro una bomboletta perché non accettate il confronto libero, aperto e democratico, ammesso che siate in grado d’interloquire al di là di stilemi e anatemi. Non si può tollerare tutto questo, la risposta da parte dell’amministrazione comunale e della Polizia municipale dev’essere, lo chiede la città, ferma. E come è successo per i precedenti scandalosi imbrattamenti a Palazzo Zanca di cui s’è occupato il collega e amico Lucio D’Amico, che fa pure rima, nei giorni scorsi, anche questa volta con l’ausilio delle telecamere installate nei pressi del liceo La Farina potranno essere individuati gli autori. A proposito, ma la prima tranche di accertamenti della Polizia municipale che fine ha fatto? Anche in quel caso è stato possibile vedere tre volti ben definiti tra “coloro che hanno agito”. A quanto pare siamo sempre lì, è lo squinternato complessino dei “tre più tre” che di notte coperto soltanto dal buio dell’anima, prova ad esistere. È la vostra la vita imposta, non la nostra. E anche lo scrivente di cui la quale conclude: Viva la Brigata Mastrolindo, che ha ripulito molta parte degli imbrattamenti.