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Dipendenti province
siciliane preoccupati
per futuro

C’è anche un banco degli imputati fra gli scranni di quella che era l’aula del consiglio provinciale di palazzo dei Leoni e su quel banco i lavoratori ci hanno messo i deputati regionali, nello specifico quelli messinesi, ma tutti rei di non aver prodotto, in quasi tre anni, una norma che potesse dare garanzie al territorio e ai lavoratori, affossando- si legge testualmente nella nota dei sindacati- l’unico disegno di legge che poteva rappresentare un punto fermo nel percorso di riforma dell’ente. Oggi in tutte le nove ex province siciliane si sono tenute contemporaneamente  le assemblee dei dipendenti. La loro storia ha fatto il giro d’Italia. Lo scorso 5 maggio hanno scritto anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per rappresentargli ciò  che sta accadendo in Sicilia in questa fase di riordino degli enti intermedi. Nella stessa lettera, già sulla scrivania del presidente della Regione Rosario Crocetta, si chiede la garanzia di una migliore efficienza dei servizi e una miglior risposta ai bisogni della collettività, mantenendo la forza lavoro attraverso l’esplicita previsione di norme che, nell’ipotesi di trasferimento di funzioni ad altri enti garantiscano l’integrale assorbimento del personale in esubero. In più, vista la grave sitazione economico-.finanziaria, a causa dei tagli imposti dalla legge di stabilità nazionale, è necessario che la Regione si assuma la piena responsabilità delle scelte effettuate provvedendo ad una adeguata assegnazione di risorse ai nuovi organismi. L’assemblea di oggi ha dato mandato ai rappresentanti sindacali di convocare una riunione congiunta fra i lavoratori delle nove ex Province entro la fine del mese a Palermo e un incontro con tutti i prefetti per avviare una vera mobilitazione con l’eventuale occupazione delle sedi degli enti e la consegna dei certificati elettorali. La riunione di oggi proprio mentre si celebrava la festa dell’autonomia siciliana. “Gestita così- ha detto Santino Paladino, responsabile aziendale  del Csa,  l’autonomia sarà soltanto un handicap e sinceramente non  abbiamo nulla da festeggiare”.

 

 

 

 

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