Se mai dovesse esserci un concorso per eleggere la più bella piazza d’Italia, Messina non avrebbe alcuna chance. Viceversa, sarebbe una candidata autorevole qualora si volesse dare la palma di peggior piazza italiana. Quella si che le spetterebbe di diritto. E non da ora, ma già da qualche lustro. Diciamo almeno da due decenni. Così com’è non piace e stando alle voci che si susseguono quotidianamente sui social, molti rimpiangono il vecchio look. Precedente al restauro che l’ha ridotta ad una sorta di stazione di periferia con quel baldacchino in ferro che nessuno ha mai compreso cosa volesse rappresentare. Una fontana che ha funzionato poco e, quando lo ha fatto, è stato un disastro. Con un pavimento in parquet, assolutamente inspiegabile per una superficie esterna che in venti anni ha fatto centinaia di vittime esponendo le casse comunali ad risarcimenti record. E fin qui, gli errori del passato. Di amministrazioni che, piazza Cairoli così, l’hanno voluta e… mantenuta. Ma neanche quella attuale può più iniziare a sottrarsi dopo due anni di governo della città. Da una parte va detto di aver avuto un grande merito: quello di chiudere al traffico veicolare la piazza principale della città. Dall’altro, però, di non averle saputo dare un nuovo volto, quello che uno spazio restituito totalmente ai cittadini meriterebbe. Sono ormai 16 i mesi trascorsi da quando la piazza è stata dichiarata isola pedonale. E se si escludono delle fioriere poste nel lato monte da parte dei commercianti, non c’è traccia di riqualificazione dell’area. Sul fatto che Piazza Cairoli resti isola pedonale, oltretutto, non vi è più alcun dubbio. Il consiglio comunale ha bocciato, ed è stata riaperta al traffico, l’isola di via dei mille e di via giordano Bruno, ma non anche il perimetro della piazza. E allora perché nulla è stato fatto ancora, neanche progettualmente, per restituire quantomeno decoro a questa superficie? Una superficie che meriterebbe l’eliminazione della vecchia sede stradale uniformandola alla nuova pavimentazione della piazza. L’eliminazione delle tante trappole per i pedoni, dei cavi elettrici scoperti fuoriusciti da centraline crollate al suolo, e di pannelli pericolanti nella pseudo copertura realizzata nella parte a monte. O del fossato della parte lato mare che, tranne sporadiche eccezioni, è sempre una grande pattumiera. E se poi la si volesse fare completa, non ce ne vogliano i discendenti dei fratelli Cairoli, figure di spicco del Risorgimento e di origini pavesi, si potrebbe anche cambiare l’intitolazione della piazza principale della città di Messina. Piazza 28 dicembre 1908 potrebbe essere più che un’idea.