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Affitta on line la casa ottenuta in emergenza abitativa

Una donna che ha avuto concesso un alloggio popolare in ambito di emergenza abitativa, lo ha affittato mettendo un annuncio su sul sito subito.it. 300 euro al mese la cifra chiesta a quanti hanno risposto all’annuncio on line. Prima una famiglia che ha anche esibito le relative ricevute, poi ad un’altra che ha fatto altrettanto quando la polizia municipale ha avviato le indagini controllando l’alloggio. E così è scattata la denuncia per una 45enne messinese che, pur avendo ottenuto una casa popolare, risiedeva altrove. Ma non è tutto. Vistasi ormai scoperta, ha anche sporto una denuncia ai carabinieri sostenendo che delle persone durante la sua assenza dalla palazzina di Santo Bordonaro vi si erano intrufolate abusivamente. Per questo rischia ora anche una denuncia per calunnia. E’ probabilmente questa, anche sé ha dell’inverosimile, una delle tante anomalie in un settore dove di chiarezza ne servirebbe tanta. Come quella che in questi giorni sta mancando sull’assegnazione degli alloggi della palazzina che recentemente l’Iacp ha finito di costruire tra la via consolare Valeria e la via Taormina. Sono storie assurde legate alle migliaia di persone che da decenni vivono in baracche che però, non accennano a diminuire. Malgrado le assegnazioni, non moltissime, che nel tempo si sono succedute. Non sempre, forse è meglio dire quasi mai, a delle assegnazioni sono corrisposte altrettante demolizioni di baracche. Come quelle che circa tre anni fa hanno riguardato una porzione dell’agglomerato di fondo Saccà. Quella delle baracche resterà una storia infinita se alle persone che lasciano le casette ne subentrano altre che nel frattempo hanno costituito un nuovo nucleo familiare. Tornando alla cronaca di questi giorni, rischiano, a questo punto, di perdere l’assegnazione almeno 3 dei 18 nuclei che stanno occupando la palazzina del rione Taormina. La denuncia che è scattata dopo vari ammonimenti nei loro confronti, gli farà perdere il diritto acquisito di entrare definitivamente in una vera casa per almeno 5 anni. Posto che da qui, presto tutti dovranno andare via, dal momento che l’architetto Maria Canale, dirigente del dipartimento politiche della casa ha alla firma l’ingiunzione di sgombero. Ingiunzione che arriva a poche ore dalla relazione della polizia municipale poiché l’ingresso della struttura è avvenuto con la forza e da parte di più di dieci persone. 

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