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Riaperti gli approdi, ancora grane

 Non bastava la vittoria di Pirro di una riapertura degli approdi, quella di ieri pomeriggio, che è poco definire sofferta. Giunta dopo più di due mesi dall’ultimo insabbiamento (22 febbraio) anche per le tensioni istituzionali createsi a Messina sui lavori di dragaggio e sulla funzionalità dell’attuale struttura. Ma con il dragaggio – a rifletterci su – du - rato appena 5 giorni. Sul positivo ritorno dei flussi di Tir a Tremestieri si riaffacciano però subito due questioni roventi e distinte, con un denominatore comune: il rischio di depotenziare in qualche modo la risorsa comunque preziosa rappresentata dal piccolo porto. Struttura che in condizioni ideali, grazie all’esperienza delle società di traghettamento, può smaltire fino e oltre il 90 per cento dei Tir tra le due sponde. Ma veniamo, appunto, alle due nuove grane. Da un lato c’è una nota del 26 marzo, relativa agli insabbiamenti degli approdi, che è stata spedita all’Autorità portuale e al Comune dal capo di gabinetto della Regione, il dottor Carmelo Frittitta: una comunicazione che, sia pure ai sensi di legge e nella disponibilità formale a collaborare, pare gelare ogni speranza di tempi rapidi. Vi si ribadisce, infatti, l’inderogabile necessità di procedere, ogni volta che una sciroccata insabbierà gli approdi, all’analisi e alla caratterizzazione della sabbia entrata nel bacino. Quantunque sia, com’è noto, sempre la stessa. Dall’altro lato, sul piano dell’occupazione legata al piccolo porto, ovvero dei servizi a terra in corso d’aggiudicazione, cresce l’ansia dei 36 lavoratori tuttora in forza alla società Terminal Tremestieri che non ha partecipato alla gara. Il timore è quello che la clausola sociale prevista dal bando per la loro riassunzione da parte del nuovo gestore, possa non metterli al riparo da un peggioramento contrattuale. Quanto alla gara in corso all’Authority non sembra filare veloce, benché sia pervenuta una sola offerta in busta chiusa, quella della società Comet. In verità la procedura è andata avanti con la nomina della commissione (presieduta dal funzionario Giuseppe Lembo). In gioco la gestione dei servizi d’imbarco e sbarco per 6 anni, compreso il dragaggio fino a 13.000 euro. E la Fast-Confsal ha preannunciato una nuova giornata di sciopero. Ma torniamo al primo nodo che, nell’interesse generale, può determinare permanenti effetti negativi. Quando il presidente dell’Authority, Antonino De Simone, che dall’anno scorso mette per iscritto alla Regione la problematicità dell’attuale gestione dei flussi di sabbia, incluso il nodo dei tempi globali per le autorizzazioni regionali al dragaggio, ha letto la nota del capo di gabinetto, il dott. Frittitta, è trasecolato. Se da una parte l’alto funzionario ammette «le peculiarità di urgenza» che il via libera regionale riveste ogni volta per la gestione del traffico pesante a Messina, e ricordato che le ultime autorizzazioni sono state rilasciate entro brevissimo tempo («al massimo entro 10 giorni lavorativi»), dall’altra ha ribadito però, nel periodo finale che pubblichiamo in allegato, l’obbligo assoluto dell’analisi e della caratterizzazione della ghiaia che ad ogni sciroccata invaderà il mini porto. Insomma  l’incubo tempi non muore mai!

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