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Il valore scientifico
delle medicine
complementari

Sono tante le medicine non tradizionali che in questi anni hanno combattuto pregiudizi e scetticismi da parte di molti: oggi, grazie a ricerche e indagini scientifiche è facile dimostrare gli effetti terapeutici di alcune discipline accolte favorevolmente dalla classe medica e dall'opinione pubblica e considerate "complementari" e non più alternative alla medicina convenzionale occidentale. Dall'importanza dell'ortocultura, coltivazione della terra e contatto con il "verde" fino al raccolto (garden therapy) alla compagnia e attività ludica con gli aninali domestici (pet therapy), dall'utilizzo di piante o estratti per la cura di varie patologie e il mantenimento del benessere fisico (fitoterapia) alla manipolazione e massaggio dei "meridiani" del corpo umano individuati dalla cultura cinese e giapponese (zen shiatsu), e ancora la ayurveda, poco conosciuta, nonostante sia stata per secoli l'unica medicina per un oltre un miliardo di persone nell'antica India, dove non esistevano le cure europee. Argomenti approfonditi durante il convegno-dibattito "L'altra medicina", promosso nell'auditorium dell'Ordine dei Medici da FederSpev, federazione presieduta da Antonino Arcoraci, e Ammi (associazione mogli medici italiani), presieduta da Francesca De Domenico Leonardi. Nel saluto di benvenuto il presidente dell'Ordine Giacomo Caudo ha ricordato la recente istituzione di una commissione ordinistica ad hoc per le "medicina non convenzionali", presieduta dal consigliere Carmelo Staropoli, col compito di certificare in appositi elenchi i medici che esercitano questo tipo di discipline dopo aver seguito corsi specifici professionalizzanti. Il convegno, moderato dall'endocrinologo Francesco Trimarchi, ha visto la partecipazioni di diversi esperti: Arcoraci (garden therapy), Gioacchino Calapai (fitoterapia), Sebastiano Lisciani (ayurveda), Antonio Pugliese (pet therapy), Filomena Flora Curci (zen shiatsu). Le conclusioni sono affidate al giornalista Massimiliano Cavaleri, che ha sottolineato la funzione svolta dalle "altre medicine" in termini di prevenzione di disturbi cardiaci e patologie come stress, depressione, ecc. e la carenza in Italia di un quadro legislativo unico di riferimento.

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