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A passeggio “armati”
tra le aule del Tribunale

di Giuseppe Palomba

A meno di 24 ore dalle esequie di Stato che saranno celebrate oggi a Milano – presente il Presidente Mattarella – per la strage compiuta nel Tribunale del capoluogo lombardo lo scorso 9 aprile (come riferiamo a pag. 4), abbiamo voluto mettere alla prova il “sistema sicurezza” all’interno del Palazzo di giustizia peloritano. Un sistema garantito da strumentazioni elettroniche e da tanti addetti che, per ore, con attenzione e solerzia passano al setaccio le migliaia di persone che ogni giorno vi fanno accesso. Un sistema capillare che, però, alla luce dei risultati della nostra inchiesta, presenta qualche falla che merita di essere sanata a garanzia della sicurezza di tutti. Mancavano dieci minuti alle 11, ieri mattina, quando per la prima volta il cronista fa ingresso a Palazzo Piacentini. Una rapida occhiata per capire che aria tira. Poco più tardi il secondo ingresso. In tasca una pistola giocattolo, inoffensiva, di libera vendita e, soprattutto, assolutamente non visibile a nessuno. La finta arma, di quelle che usano i bambini per giocare per strada, è stata appositamente “modificata” apponendo delle viti in ferro. In più è stata “accessoriata” con una placchetta di metallo. Accorgimenti che hanno l’obiettivo di renderla “visibile” al sofisticato metal detector.

Il metal detector ha fatto il suo dovere. Ma la pistola giocattolo del cronista è “passata” lo stesso

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