È arrivato un nuovo commissario all’ente porto. L’avvocato Filippo Nasca, originario di Patti, dirigente regionale ed ex consigliere comunale a Capo d’ Orlando. Agirà su mandato dell’assessore regionale alle attività produttive Linda Cancheri, dovrà “attivare tutte le procedure al fine di pervenire a una ricognizione di ogni utile ed eventuale motivazione a tutt’oggi vigente affinché possa essere valutata l’eventuale sussistenza di presupposti per proporre agli organi competenti lo scioglimento dell’ente autonomo portuale”. Tradotto, dovrà cercare di capire se questo scioglimento è fattibile. In buona sostanza, un anno fa si sono gettate le basi, ma adesso si sta iniziando a fare sul serio. Quel 23 aprile 2014 servì per formalizzare l’assegnazione in gestione all’autorità portuale delle aree di competenza dell’ente porto. Ma non a sciogliere l’ente, per una mera questione burocratica. C’è un parere dell’avvocatura richiesto dall’ormai ex commissario ingegnere Emanuele Nicolosi, che spiega che per arrivare allo scioglimento c’è bisogno di una legge regionale che revochi il decreto presidenziale istitutivo dell’ente. Tecnicismi burocratici che hanno fermato un percorso che sembrava già arrivato alla fine. Toccherà all’avvocato Nasca provare a definire una questione che è rimasta in sospeso per un anno e che rischia di restare ancora sospesa per lungo tempo. Certo, stavolta già nel decreto di nomina si parla chiaramente di scioglimento, e questo non può che essere un fatto positivo. Intanto, però, dodici mesi dopo, quella firma è rimasta una dichiarazione di intenti. Nella sostanza, l’ente porto c’è ancora. E ci sarà ancora, almeno per un po’.
E sul rinnovo del commissariamento dell'Ente Porto, intervengono anche il consigliere comunale Piero Adamo e, con lui Ciccio Rizzo di Fratelli d'Italia, Marina Trimarchi di ZDA e Ferdinando croce per Vento dello Stretto. Ritengono vergognoso quest'ultimo atto di una vicenda che ritarda il reale scioglimento dell'ente. “Dopo anni di dichiarazioni, impegni e promesse da marinaio, dopo addirittura un parere dell'Avvocatura di Stato circa la procedura corretta, ancora si nominano commissari, si sprecano risorse e si distribuiscono "sottogoverni", per approfondire questioni "tecnicamente" già note. Già nei mesi scorsi avevamo denunciato - ed oggi abbiamo la conferma - i segnali della Regione in controtendenza con l'accordo "storico" firmato nell'aprile 2013 presso l'Autoritá Portuale”. Ormai è evidente- concludono - che manca la volontà politica da parte della Regione di avviare un processo vero di recupero della Falce”.