«Un gesto d’amore non ripagato dalla città». Non è il solito Pietro Lo Monaco, burbero e rabbioso, quello che alza ufficialmente bandiera bianca rendendo ancor più incerto il futuro del calcio peloritano: «Lascio il Messina. Stavolta senza se e senza ma. Il prossimo 30 giugno sarà l’ultimo giorno al timone della società». Dimesso, rassegnato, il patron giallorosso ufficializza con tutta l’amarezza che ha in corpo il suo disimpegno, alla fine della corrente stagione, dall’Acr Messina. Un momento che fino a qualche mese fa non avrebbe mai pensato fosse così vicino, una decisione maturata dopo tanto tempo passato a riflettere amaramente di una realtà che l’ha deluso con sullo sfondo una politica che non ha mai sentito amica. La decisione di Lo Monaco è «irrevocabile». – Nessun ripensamento? «Assolutamente no. Ho maturato la decisione, seppur sofferta, e posso ufficializzare che a giugno lascio. Non vedo cosa potrebbe cambiare in questi due mesi. Praticamente nulla. In questa situazione, che va avanti da tre anni, è impossibile continuare a fare calcio a livello professionistico». – Perché Pietro Lo Monaco lascia il Messina? «Semplice. Perché in questo momento non ci sono le condizioni affinché la città regga una squadra di calcio in terza serie. I costi sono elevati e il sottoscritto non è un magnate in grado di portare avanti il progetto. Se aggiungiamo che alla città non interessa più una squadra che la rappresenti in un torneo importante qual è la Lega Pro, che c’è una politica che mette il bastone tra le ruote e anche un tessuto imprenditoriale che mai ha inteso sposare il nostro programma, ditemi per quale motivo sarebbe cosa giusta andare avanti.
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