Sono più di 1.700 le strade di Messina che non hanno un nome. Con due villaggi, esempi eclatanti, le cui vie sono tutte “anonime”, Santo Stefano Briga a sud e Sant’Agata a nord. Una falla, a cui l’Amministrazione ha deciso di porre rimedio con un ambizioso progetto triennale: “Mille nomi per mille vie”. Due le direttrici, secondo il programma coordinato, manco a dirlo, dal factotum di Palazzo Zanca, il segretario generale Antonio Le Donne: la revisione della toponomastica e la creazione di un archivio informatizzato. Un progetto da realizzare nel triennio 2015-2018 e che si propone di rispondere sia alle leggi anagrafiche in vigore che alle disposizioni di Istat e Agenzia delle Entrate. Molte delle strade “senza nome” hanno denominazioni cosiddette “alfanumeriche”: via 15, via 18 bis, eccetera. E in alcuni casi nemmeno quelle. Sono tre le fasi preliminari più importanti: censimento di tutti i toponimi esistenti con verifica della documentazione presente agli atti; ricognizione della documentazione degli atti relativi all’istituzione del toponimo e informatizzazione; contestualizzazione dei toponimi con un criterio prestabilito. Il percorso previsto dal progetto passa anche dal coinvolgimento della cittadinanza e, si legge, «di soggetti particolarmente esperti e qualificati in storia e cultura locale, in materie scientifiche, letterarie, storiche ed urbanistiche», ma anche dalla «realizzazione di un sistema web e di una apposita app che consenta di gestire la toponomastica, la numerazione civica comunale ed il catasto strade». Sono sei le linee guida del progetto: la toponomastica partecipata, che prevede soprattutto la concertazione delle proposte con le circoscrizioni; la toponomastica “al femminile”, per invertire una tendenza che vede, d oggi, solo circa 80 strade intitolate a donne; la toponomastica “pacifista”, che prevede l’intestazione di vie e piazze «a personaggi universalmente noti quali testimoni dei principi della pace»; la toponomastica dei messinesi illustri, che si spiega da sé e che prevede di identificare «personaggi messinesi di ogni epoca meritevoli di essere ricordati con apposita intitolazione, ai quali si aggiungono i non messinesi meritoriamente operanti nel tempo nella nostra città»; la toponomastica storica, culturale e identitaria, «finalizzata a far riemergere un mondo antico e spesso dimenticato»; infine “a scuola di toponomastica”, col coinvolgimento delle istituzioni scolastiche. Un progetto di ampio respiro, che però genera prime perplessità (più di metodo che di merito) in consiglio comunale: l’ufficio di presidenza e 15 consiglieri, infatti, chiedono «di revocare in autotutela la delibera in quanto nei contenuti discordante con il regolamento della commissione toponomastica», invitando «l’Amministrazione ad avviare un percorso virtuoso con il presidente del Consiglio».