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Addio all’erba del Celeste, il campo sarà in terra battuta

 La toppa messa dal Comune sulla gestione dello stadio “Celeste”, con delibera di giunta dello scorso 17 marzo, attraverso la quale è stato approvato lo schema di concessione di utilizzo degli stadi all’Acr Messina per la stagione sportiva 2014/2015 (sino al prossimo 30 settembre), ha evidenziato una serie di anomalie che dovranno essere risolte. In primis vanno riletti i rapporti economici tra le parti. Lo schema contrattuale pone a carico del club giallorosso le spese per le manutenzioni ordinarie alle strutture, attribuendo a Palazzo Zanca quelle straordinarie. Trattandosi di un accordo che giunge in grande ritardo rispetto alla stagione in corso, viene escluso dalla regolamentazione il tempo, ormai, consumato. Ciò significa che per il periodo di tempo pregresso (settembre 2014-febbraio 2015) l'accordo si intende regolato come un semplice “affitto” delle strutture secondo le tariffe comunali. Il Comune riconosce, comunque, di essere stato inadempiente rispetto ai servizi resi per cui in sede contabile si procederà ad una compensazione delle spese coperte dalla società in “s o s t i t u z i one” dell’ente, previa verifica tecnica. Ma è un altro il documento, allegato alla delibera, che fa emergere un aspetto notevolmente rilevante: la relazione per la quantificazione delle spese di manutenzione, concernente interventi edilizi minimi ed interventi su impianti idrici, di scarico e di illuminazione, interventi di sicurezza funzionale sull’i mpianto antincendio ed infine gli interventi sull’area di gioco. Nel documento, in prima analisi, si menzionano i lavori di manutenzione ordinaria necessari per rendere adeguatamente funzionale un terreno di gioco con manto in erba naturale quantificabili in 19 mila euro per un arco temporale pari a sei mesi, ovvero il periodo marzo-settembre 2015. Tuttavia, sottolinea l’ingegnere Orazio Scandura, si tratta di una manutenzione ad oggi irrealizzabile, poiché le condizioni di degrado del manto impongono «interventi di natura straordinaria e molto più onerosi e principalmente incompatibili nella tempistica con la stagione agonistica in corso». Viene così prospettata l’unica alternativa che consenta un risparmio di spesa e l’utilizzo del terreno di gioco: l’adozione di interventi tipologicamente assimilabili a quelli per garantire la funzionalità di un campo in terra battuta per un importo di 9 mila euro. Poiché è del tutto ragionevole supporre sia questa seconda impostazione la più gradita al Messina, economica e funzionale rispetto alle proprie ragioni gestionali, il risultato finale alla scadenza contrattuale sarà molto probabilmente la riconversione del terreno del Celeste in terra battuta.

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