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Morto durante trasfusione, due rinvii a giudizio

Fu ricoverato al Papardo per un intervento di routine ma morì a causa di un tragico scambio di sacche di sangue durante una trasfusione. Dopo la denuncia dei familiari scattò l’inchiesta giudiziaria. Oggi il gup Maria Teresa Arena ha deciso un patteggiamento, due rinvii a giudizio ed un proscioglimento. E’ stata l’infermiera Maria Emanuela Civiletti, 52 anni a patteggiare un anno ed otto mesi di reclusione. La donna è ritenuta la responsabile involontaria dello scambio di sacche che ha provocato la tragedia. E’ stato invece prosciolto, per non luogo a procedere, l’allora direttore sanitario del Papardo, Eugenio Ceratti. Sarebbe toccato a lui il compito di vigilare sulle modalità con cui vengono eseguite la trasfusioni soprattutto nella sua veste di presidente del Comitato per il buon uso del sangue. A suo carico però non sono emerse responsabilità. Proseguiranno con il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio al quattro dicembre prossimo il primario del reparto di Ortopedia, professor Massimo Calamoneri ed il medico di turno nel giorno in cui fu eseguita la trasfusione, Giulio Gitto. Dovranno rispondere di omicidio colposo.

La vicenda risale al settembre del 2012 quando nell’Ortopedia del Papardo fu ricoverato il 69enne  Camillo Miceli. Doveva subire un intervento chirurgico e si rese necessaria una trasfusione. Secondo i periti della Procura la sacca di sangue, dopo essere stata prelevata dagli appositi contenitori, fu lasciata incustodita per circa mezz’ora. Quando la Civiletti la prelevò commise l’errore fatale. Si convinse che era la sacca destinata a Miceli e la consegnò ai medici. Dopo la trasfusione Miceli accusò dei malori fino a morire. Fu il sostituto procuratore Federica Rende, dopo la denuncia dei familiari, ad aprire l’inchiesta. La Civiletti finì subito nel registro degli indagati e dopo lunghe indagini ed accertamenti l’infermiera confessò il suo errore. In seguito, durante la ricerca delle responsabilità, si allargò il ventaglio degli indagati fino a giungere all’udienza di oggi.

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