Il porto è ancora insabbiato. Meno di prima, ma comunque abbastanza per rendere impossibile l’apertura completa e complicata quella parziale dell’approdo. Domani è previsto il sopralluogo tecnico per decidere il da farsi. Resta il fatto che la draga che doveva rimuovere la sabbia è andata via ma il porto è ancora insabbiato. Poco meno di prima.
È rimasta in città poco meno di una settimana. Dall’arrivo di domenica scorsa alla partenza di venerdi. Il tempo necessario per rimuovere la sabbia che era prevista dalla gara d’appalto. Il problema è che nel frattempo a quella sabbia se n’è aggiunta altra. La nave però è ripartita e il rischio è che ancora una volta si debba ricominciare daccapo. Con autorizzazioni e gare che faranno perdere altro tempo.
E’ un porto nato male, quello di Tremestieri. Sfortunato per la collocazione geografica, ma forse anche per qualche valutazione inesatta. Colpisce il fatto che nel progetto originale il molo finisse con la punta verso l’esterno e invece nella costruzione è girato verso l’interno. La sabbia entra e non esce.
Poi c’è il problema dei pali che stanno sotto. L’acqua passa e con l’acqua arrivano, inevitabilmente, sabbia e detriti che si accumulano. Elementi che sono stati studiati e analizzati, per cercare una soluzione che consenta di proteggere al meglio l’approdo.
La sostanza, purtroppo, è che a ogni mareggiata il porto si insabbia. E di fatto anche la riapertura prevista per domani è fortemente a rischio. Anche perché le previsioni parlano di una nuova sciroccata in arrivo. Il pericolo è che il porto apra per 24 ore e poi chiuda di nuovo.
A margine, ma neppure tanto, c’è la situazione dei dipendenti della Terminal Tremestieri. 35 persone che quando il porto è insabbiato finiscono in cassa integrazione. A pieno regime lavorano in 30, con l’approdo chiuso restano in sei. Pagano più di tutti gli effetti delle mareggiate. Insieme ai semplici cittadini, costretti a fare i conti con i tir che girano per la città.