La crisi c’è e continua a mordere. Il pareggio con il Cosenza non aiuta il Messina a risollevarsi da una posizione che peggiora di turno in turno anche per i risultati delle rivali nella corsa salvezza. I play-out sono diventati quasi una certezza, ma a questo punto preoccupa la vicinanza con l’ultimo posto, quello che conduce direttamente in serie D. I numeri del momento sono impietosi, fotografi dal semplice raffronto con il girone di andata quando nelle prime 12 partite il Messina conquistò 13 punti contro gli attuali 6 ottenuti nel ritorno nella stessa quantità di gare. Meno della metà, tanto basta per affermare che il mercato di riparazione non ha riparato, anzi al contrario, la squadra sembra paradossalmente più debole. Crisi, peraltro, accentuata da una preparazione atletica alquanto approssimativa. I peloritani, da tempo ormai, corrono poco e arrivano sul pallone sempre in ritardo E su questo aspetto bisognerà intervenire al più presto, sperando che non sia troppo tardi. Qualità complessiva della squadra e preparazione atletica sono le componenti più importanti dalle quali non si può prescindere per centrare gli obiettivi. A risentirne, ovviamente, il gioco. Il tecnico Di Costanzo sta provando a rendere la squadra meno vulnerabile e, in qualche modo, ieri, ci è riuscito anche se il Cosenza ha sciupato due clamorose occasioni con Calderini. Era dallo scorso 6 gennaio che il Messina non concludeva una partita con la porta inviolata quando al S.Filippo affrontò un Savoia in disarmo. Problemi un po’ ovunque, in difesa, in mezzo ma anche in attacco dove Corona, bomber della squadra, che non segna da match con la Paganese, e le alternative sono limitate e non convincono. Occorre, quindi, trovare per Ciciretti e Mancini una posizione in campo che non sia sacrificante e penalizzante, perché sembrano gli unici due elementi capaci di alzare il tasso tecnico. A fine gara il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno si è scagliato contro gli ultimi arbitraggi ed il palazzo, accusato di non volere il Messina in Lega Pro. A giudicare da alcuni episodi contrari sembra che i giallorossi, che nei mesi scorsi si sono schierati apertamente contro l’attuale governance, non godano di particolari simpatie e, se a ciò, aggiungiamo anche il ritardo con cui verranno inflitte alcune penalizzazioni ad alcune squadre ci sono gli argomenti per pensare male. Congetture, comunque, tutte da dimostrare e che rischiano di creare un alibi, non di ferro, ad un Messina fragile e incapace di crescere.
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