Questo è il momento delle intese, degli incontri, della preparazione di quello che sarà possibile salvare dell’ospedale Piemonte e l’unico modo, al momento, per il rilancio della struttura rimane l’ingresso a gamba tesa del Centro Neurolesi Bonino Pulejo che con risorse e competenze autonome potrà riavviare quell’opera di riqualificazione che si preannuncia da tempo. Nessuna delle professionalità presenti verrà sacrificata anzi, secondo quanto dichiarato ieri a “In salute”, la trasmissione medica di Rtp, dal prof. Dino Bramanti, reduce da due incontri freschissimi con l’assessore Borsellino e il direttore Vullo, coloro che intenderanno rimanere in viale Europa potranno farlo o potranno optare di transitare al Papardo, tramite un avviso di mobilità volontaria che sarà formulato solo dopo la pubblicazione di un decreto del presidente della Regione che dovrà diventare legge regionale. A questo si aggiungerà altro personale che sarà reclutato tramite concorsi pubblici fino ad arrivare a un numero di 800 unità. Atti questi che si stanno definendo in questi giorni e che porteranno alla creazione dell’azienda IRCCS Bonino Pulejo – Piemonte. E poi ancora i posti letto, 155 quelli in dotazione all’IRCCS. Dei 78 del Piemonte che Bramanti aggiungerebbe naturalmente solo alcuni in realtà rimarranno. Secondo il direttore generale Vullo sentito stamattina infatti questi dati sono in divenire e dipenderanno dagli accordi che si prenderanno in base alle unità operative che devono essere spostate per legge. Il pronto soccorso rimarrà, ha specificato Bramanti, e sarà sostenuto da unità operative finalizzate però alla riabilitazione. Vullo specifica che si tratterà di un pronto soccorso per le fragilità, niente infarti, ictus e traumi. L’idea di fondo è la sussidiarietà dettata dalla legge sul risparmio e dal potenziamento di ogni peculiarità. Intanto il Comitato Salvare l’ospedale Piemonte con la Uil annuncia una manifestazione contro la chiusura lunedì 23 marzo.