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Fallimento Demoter
procura chiede
22 rinvii a giudizio

tribunale messina

E’ l’ultimo atto prima dell’udienza preliminare del 26 marzo nella quale il gup Giovanni De Marco dovrà decidere se rinviare a giudizio i 22 indagati. I sostituti Fabrizio Monaco  ed Antonio Carchietti, coordinati dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati dell’inchiesta sul fallimento della Demoter spa società operante nel settore degli appalti pubblici che in dieci anni si è aggiudicata lavori per circa 60 milioni di euro. Per questa vicenda il 30 settembre scorso la Squadra Mobile ha arrestato otto persone. Fra queste Carlo Borella, già presidente dell’Ance, a capo del gruppo imprenditoriale di famiglia e soprattutto della Demoter. Oggi, a distanza di oltre cinque mesi, Borella è ancora rinchiuso nel carcere di Gazzi.  Secondo la Procura sarebbe lui la mente e l’organizzatore  di un’ampia operazione di svuotamento dei rami attivi del complesso aziendale, collocandoli in nuove società. Per far ciò Borella poteva contare sulla preziosa collaborazione, di esperti professionisti allo scopo di ottenere perizie e contabilità di favore per mantenere le attività del gruppo, sottraendole all’aggressione dei creditori. Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per le altre sette persone già arrestate, il padre di Carlo Borella, Benito, la sorella Zelinda entrambi amministratori della Demoter, i commercialisti Benedetto Panarello ed Agatino Spadaro e gli amministratori di società destinatarie dei rami d’azienda della Demoter Patrizia Surace, Gianfranco Cucinotta e Giuseppe Bottaro. Analoga richiesta è stata avanzata per i commercialisti per i quali era scattata la sospensione dall’attività per due mesi ovvero  Gaetana Patrizia De Luca, Maria Antonietta Chillè, Giuseppe Scandurra, Giosafatto Zimbè Zaire, Sergio Zavaglia e Daniela Lizzio e poi ancora per  Claudio, Domenica, Letizia e Fererica Borella, Salvatore Cacace, Manuela e Christian Mazzola e Biagio Grasso.

Nel novembre 2011 la Demoter viene sottoposta a procedura di liquidazione volontaria. Il primo febbraio 2013 la società viene dichiarata fallita. L’anno precedente Carlo Borella era stato condannato in appello ad 1 anno e 2 mesi per favoreggiamento dell’associazione mafiosa barcellonese capeggiata dal boss Carmelo D’Amico. Una pesante tegola che non gli impedisce di organizzare, con il contributo di commercialisti esperti lo svuotamento dei rami d’azienda più rilevanti della DE.MO.TER,  costituiti da importanti commesse pubbliche, predisponendo le condizioni per l’avvio della procedura di concordato preventivo.  Le indagini partono dopo la denuncia di alcuni creditori dell’azienda che segnalano il trasferimento all’estero di consistenti beni della Demoter.  I rami inattivi vengono trasferiti a cinque società riconducibili a Borella che con questi stratagemmi riesce a mettere in salvo ingenti capitali.

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