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Suicidio in carcere, sentenza ribaltata in Appello

La Corte d’appello di Messina ha ribaltato la sentenza di primo grado nel processo per il suicidio nel carcere di Gazzi della detenuta Giovanna Vinci. La donna morì nel 2005 dopo aver ingerito una dose eccessiva di farmaci. Per questo decesso in primo grado  erano stati condannati a dieci mesi di reclusione per omicidio colposo due psichiatri esterni al carcere Francesco Chimenz e Linda Di Blasi ed il direttore sanitario del carcere Carmelo Crisicelli. Oggi la Corte di Appello ha assolto per non avere commesso il fatto Chimenz e Di Blasi (assistiti dagli avvocati Candido e Camaioni) e ha dichiarato la prescrizione per Crisicelli (avv. La Manna) nei cui confronti ha mantenuto la condanna al risarcimento dei danni in favore della parte civile.  Il Procuratore Generale Ada Vitanza aveva chiesto per tutti la prescrizione e la condanna al risarcimento dei danni.
Secondo l’accusa iniziale i dottori Chimenz e Di Blasi,  che avevano sottoposto a visita Giovanna Vinci poco prima che si suicidasse,  non prescrissero la misura di sorveglianza per la donna che solo poco tempo prima aveva già tentato il suicidio ingerendo dei farmaci. Il dottor Crisicelli era accusato di  non aver chiesto alla direzione della casa circondariale l’applicazione della sorveglianza a vista della Vinci, unico sistema per impedire il suicidio. 

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