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L’Autorità portuale non sarà accorpata a Catania né a Gioia Tauro

porto messina

 Ancora una settimana ricca di spunti quella appena iniziata. L'Ente di via Vittorio Emanuele II ha rotto gli indugi per l'analisi tecnica delle costa dove sorge l'approdo attuale e dove deve nascere il grande porto di Tremestieri. Quei dati sul fondale, sulle correnti, sullo spostamento delle sabbie sono un presupposto fondamentale per poter effettuare delle scelte il più possibile suffragate da argomentazioni scientifiche anche sul medio-lungo periodo. L'incarico dovrebbe essere assegnato all'azienda danese “Dhi” che realizzerà un modello digitale che riproduce esattamente tutte le condizioni dell’area degli approdi. Saranno inseriti i dati sui fondali e sulle coste fino all’altezza di dieci metri. Poi quelli sulle analisi sedimentologiche, cioè il tipo di sabbia che si sposta in quella zona e quindi il database sarà definito con le statistiche degli ultimi 30 anni sui venti e sulle correnti dell’area. Ma questa settimana sarà anche quella dell'approfondimento sul tema del futuro delle Autorità portuali italiane. Da tempo si discute sull'ipotesi di accorpamento dell'ente messinese con Catania o Gioia Tauro. Al Ministero delle Infrastrutture il tema è all'ordine del giorno ma, ovviamente con una ottica molto più aperta di quella locale o peggio campanilistica. «Al primo posto – dice il deputato Enzo Garofalo, consulente del ministro Maurizio Lupi – fra gli obiettivi ci deve essere la crescita del Paese, non la spending review. Più sviluppo e più posti di lavoro. Su questo si deve operare. Per questo ritengo che il traguardo possa essere raggiunto attraverso la nascita di un unico ufficio centrale di coordinamento. Le 24 Autorità portuali, a quel punto, potrebbero tutte restare così come sono. Diverrebbe cardine però questa Autorità nazionale dei Porti e della Logistica che avrebbe una regia sullo sviluppo della portualità nel Paese. Le Autorità portuali sarebbero salve, non per campanilismo, ma perchè, a mio modo di vedere, funzionali nel contesto di una regia nazionale che razionalizzerebbe gli investimenti». Il lavoro delle tre commissioni volute da Lupi per realizzare un approfondito dossier tecnico sulle potenzialità e sulle peculiarità dei porti italiani in vista della “riforma” dell'intero settore, si è concluso il 26 febbraio. Nei prossimi giorni il ministro ed i suoi collaboratori formuleranno una proposta di sintesi che finirà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Poi Renzi deciderà la strada del disegno di legge o del decreto.

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