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Prodi "Un intervento in Libia provocherebbe un altro Iraq"

"Spero che in Libia la forza della disperazione faccia il miracolo: se sono tutti a Rabat è perché sono disperati. L'Isis è diventato tragico fattore unificante nella politica mondiale". Dal dopo Gheddafi, "è un incessante bagno di sangue. Ma c'è per fortuna la convinzione generale che un intervento esterno sul terreno sia impossibile, per la natura frammentata dello scontro e perché avrebbe l'effetto di unire tutti contro l'invasore. Rischieremmo un secondo Iraq". Lo dice Romano Prodi in un'intervista al Corriere della Sera. L'ex premier afferma anche che "quella di una mia mediazione in Libia mi sembra un'ipotesi superata dai fatti" e spiega che "nell'estate 2014 ci sono state nuove richieste libiche, dirette al governo italiano, per una mia mediazione. Ma anche in questo caso, come già nel 2011, non c'è stato alcun riscontro". Nell'intervista Prodi affronta anche la questione Ucraina e dice di avere condiviso l'opportunità di una visita del premier Renzi a Mosca: "Quando si rimprovera all'Italia una posizione morbida sulle sanzioni alla Russia, occorre ricordare che c'è una regola generale sull'equa distribuzione dei sacrifici. Queste sanzioni non sono eque. Le esportazioni americane verso la Russia sono aumentate. Il danno subito dall'economia Usa è pari a zero. Se un Paese agisce diversamente in base alla propria situazione oggettiva, non possiamo chiamarla viltà".(ANSA).

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