56 avvisi di proroga delle indagini sono stati emessi dalla Procura di Messina nei confronti di altrettanti indagati nell’inchiesta sugli incentivi progettuali per lavori al CAS. Si tratta di una inchiesta avviata nel novembre del 2013 e per la quale sono stati eseguiti nei mesi scorsi numerose acquisizioni di atti, da parte degli uomini della DIA, nella sede del consorzio in contrada Scoppo.
I provvedimenti, firmati dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Stefania La Rosa e Fabrizio Monaco, sono stati notificati agli amministrativi per premi di produzione e stipendi accessori. In particolare, tra il 2012 e il 2013 gli amministrativi che hanno avuto incarichi di progettazione si sarebbero spartiti somme per circa un milione di euro. La legge prevede che in questi casi ai dipendenti che lavorano nel progetto vada il 2 per cento del valore dell'appalto. Ma solo se l'appalto è finanziato e va poi in gara. Secondo l’accusa molte di queste progettazioni non sono mai state messe a bando. Le ipotesi di reato per gli indagati sono di truffa e falso in danno del CAS. Sulla vicenda è intervenuto l'assessore alle Infrastrutture Giovanni Pizzo: "E' evidente –ha detto Pizzo- che la gestione di questo ente ha fatto acqua da tutte le parti, questo Cas è un pozzo senza fondo, con una cultura amministrativa che ha fatto furti continuati alle casse pubbliche. L’assessore Pizzo ha annunciato di aver avviato una ispezione . “Voglio sapere –ha detto- come sono state assunte le persone, come sono state gestite le gare di appalto. Sono sconcertato per quanto sta accadendo".
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