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Si fanno beffe dello Stretto

 L’amara considerazione del prof. Michele Limosani ha riassunto il senso d’impotenza e di sconcerto della comunità messinese. Di cosa si parla, quando si ipotizzano suggestivi scenari nell’Area dello Stretto, quando poi non c’è uno straccio di progetto concreto e si perde anche la speranza di vedere finanziate opere infrastrutturali per i prossimi dieci anni? Lo Stretto di Messina non figura nell’elenco delle zone geografiche (quasi tutte ovviamente localizzate nel Centro-Nord) individuate dal ministero dei Trasporti e inserite nell’elenco dei 71 interventi per i quali il Governo nazionale chiede il finanziamento all’Unione europea. Della torta dei 12 miliardi messi a disposizione da Bruxelles (prima tranche di un importo complessivo di 25 miliardi), neppure una “fetta” tocca alle città delle due sponde. Trentadue progetti riguardano il settore ferroviario, quindici i trasporti marittimi, nove le strade, tre il comparto aereo. Non c’era proprio spazio per l’area dove erano stati stanziati miliardi di euro in previsione della costruzione del Ponte? Quelle risorse sottratte allo Stretto gridano ancora vendetta. Per le opere ferroviarie il ministero dei Trasporti chiede i fondi europei concentrati, come detto, nelle regioni centro-settentrionali. Tre progetti si riferiscono agli studi sulle sezioni transfrontaliere del Tunnel del Brennero e della linea dell’Alta velocità tra Torino e Lione. Altri 14 progetti sono firmati da Rete ferroviaria italiana e comprendono i corridoi “Ten-T”. Si va dalla realizzazione del Terzo Valico dei Giovi al nodo di Genova, dal potenziamento delle linee Milano-Venezia, Treviglio-Brescia e Torino-Milano-Venezia ai nodi di Roma e Napoli. Incredibile, poi, leggere la previsione dell’adeguamento infrastrutturale sulle linee ferroviarie di collegamento con i porti di Livorno e La Spezia nell’ambito del Corridoio scandinavo-mediterraneo. E poi ancora i collegamenti del Corridoio Baltico-Adriatico e il nodo di Bologna. Altri progetti concernono gli aeroporti di Venezia, Fiumicino, Malpensa e di Genova. Mentre per il settore marittimo gli investimenti riguarderanno i porti di Ravenna e Trieste, le piattaforme logistiche di Trieste, Venezia e Vado Ligure, le opere d’accesso ai porti di Livorno e Venezia, nuovi collegamenti di Autostrade del mare a Civitavecchia. È o non è umiliante continuare ad assistere a questo scempio di speranze e di fiducia nel futuro per chi vive sulle rive dello Stretto?

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