L'iter è stato attivato. Adesso il maxi faldone è pronto per essere spedito al Ministero degli interni, poi finirà alla corte dei conti per l'ultimo esame. Il responso arriverà a giugno, dicono a Palazzo Zanca, fino ad allora si continuerà a discutere e a sperare, a sperare e a discutere. Il deus ex machina del piano anti fallimento del comune è l'assessore Guido Signorino. L'assessore al bilancio si dice fiducioso sull'esito dell'istanza e che, pur se perfettibile, il piano adesso ha tutti i crismi per essere approvato. I punti di forza del tentativo di rientro di Messina con un maxi prestito da ottenere dallo stato sono spiegati con una metafora che rende l'idea.
Naturalmente ci sono anche dei punti di debolezza che potrebbero rendere addirittura inutili tutti questi sforzi.E poi c'è un altro capitolo per il quale il piano di riequilibrio avrebbe una ricaduta immediata sulla città, quello dell'occupazione. Si aprirebbero opportunità di sostituire più facilmente i dipendenti comunali che vanno in pensione.
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