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Messina in crisi
e contestato
dai tifosi

Il timore di tutti è lo stesso. Giocando, come ieri, il Messina ha pochissime possibilità di evitare i play-out e, in questo momento, anche la retrocessione diretta. Il margine di sei punti sulla Reggina, per quanto rassicurante, non può e non deve far dormire sonni tranquilli ad una squadra, quella peloritana, in caduta libera, con cinque punti conquistati nelle otto partite giocate nel girone di ritorno. Un bottino inferiore rispetto a quello ottenuto nell’andata nello stesso numero di gare. Restano da giocare parecchi scontri diretti, molti dei quali in casa, ma serviranno altre prestazioni.

Encefalogramma piatto, una squadra che non corre e non combatte, sempre bucata almeno una volta nelle ultime 15 match, quasi rassegnata al proprio al destino, un allenatore frastornato, travolto dagli eventi, che cambia uomini nell’undici base senza cavare il classico ragno dal buco e una società poco incline all’autocritica sugli errori commessi e costretta ad incassare la contestazione dei tifosi organizzati, inferociti ed indignati per le prestazioni deludenti, figlie anche di un mercato di riparazione non all’altezza. Domani alla ripresa degli allenamenti previsto al Celeste un incontro tra i supporters giallorossi con il presidente Lo Monaco. E non saranno rose e fiori. Messina-Juve Stabia è stata una gara a senso unico con i campani che, per portarsi a casa i tre punti, non sono stati costretti a sudare la maglia, quasi a testimoniare quanto sia stato facile vincere al S.Filippo. Per i giallorossi, oltre alla sconfitta, anche sgradevoli effetti collaterali, i cartellini gialli che costeranno un turno di squalifica al capitano Corona, l’unico a battersi per tutta la partita, e Altobello. Ieri sono emersi tutti i limiti caratteriali della squadra che si è quasi consegnata all’avversario senza reagire. Il solito errore individuale, questa volta ancora di Rullo già disastroso a Lecce, ha spalancato le porte della vittoria alla Juve Stabia. Sul banco degli imputati c’è anche il tecnico Grassadonia, colpevole di essere confuso e di non trasmettere entusiasmo ad un gruppo già depresso di per se. Esclusa, comunque, l’ipotesi delle dimissioni perché l’allenatore non vuole essere il classico capro espiatorio della situazione. A prescindere dalle singole responsabilità, in queste ultime giornate serve una presa di coscienza e una politica condivisa per tirarsi fuori da questa situazione. C’è il rischio di buttare via due anni di successi e di ritornare da dove è cominciata l’avventura della famiglia Lo Monaco. Dal sogno all’incubo il passo è davvero breve.

 

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