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Droga, riduzioni di pena in appello

“Sconti” di pena” per due messinesi arrestati dalla Squadra mobile, a Camaro, al termine di un blitz che consentì di trovare quasi 160 chilogrammi di marijuana. La Corte d’appello, composta dai giudici Cucurullo, Sagone e Tripodi, ha condannato Giuseppe Carcame a 4 anni di reclusione. Il collegio ha accolto le motivazioni del suo difensore, l’avvocato Salvatore Silvestro, che aveva fatto rilevare un errore tecnico in cui era incorso il gup Daniela Urbani nel meccanismo di determinazione della pena: in primo grado, in abbreviato, a Carcame erano stati inflitti 5 anni e 4 mesi. Quest’ultimo è accusato della detenzione di 156,7 kg di erba in un casolare. L’altro imputato, Francesco Aloisio, assistito anch’egli dall’avvocato Silvestro, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione, quattro in meno rispetto al verdetto di primo grado. Aloisio, infatti, è stato assolto dal reato del possesso dei 156,7 chilogrammi di marijuana, mentre è stato riconosciuto colpevole “solo” della detenzione di un kg di cocaina e di una pistola con matricola abrasa. Il sostituto procuratore generale Ada Vitanza aveva chiesto la conferma delle condanne decise dal gup. Il blitz che sfociò negli arresti di Carcame e Aloisio scattò nel marzo 2013. I poliziotti della Squadra mobile stavano controllando i movimenti di alcuni giovani, visto che da tempo sospettavano che a Bisconte fosse in atto una fiorente attività di spaccio. Nel momento in cui i due uomini entrarono in un vecchio casolare vennero bloccati. Poco dopo emersero le prove che gli agenti cercavano: undici sacchi di iuta contenenti marijuana suddivisa in buste di cellophane, per un totale di circa 157 chilogrammi. Gli investigatori della Mobile decisero di andare più a fondo e sottoposero a perquisizione l’abitazione di Aloisio, dalla quale saltarono fuori 911,4 grammi di cocaina, una pistola Lugher e 50 cartucce. Venduta al dettaglio, secondo quanto spiegato ai giornalisti nella conferenza stampa successiva alla brillante operazione della polizia, la “roba” avrebbe fruttato almeno 350 mila euro. Dopo il maxi sequestro, nella mappa cittadina dello spaccio di droga s’impose la piazza di Bisconte, conseguenza dei duri colpi inferti dalle forze dell’ordine in rioni e villaggi più “in vista”, come Mangialupi e Santa Lucia sopra Contesse.

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