Messina

Sabato 27 Aprile 2024

Rottura di carico, Roma conferma

 Uno sfoggio di notevoli capacità oratorie e di ben dosati giri di parole che sulla carta dovrebbero smentire ma che per chi è in grado di leggere tra le righe assumono i contorni di una piena conferma. In questa attività al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture sembrano essersi specializzati, specie dopo che sono stati svelati i piani romani per tagliare un bel po’ di treni in Sicilia e, conseguentemente, le navi che li trasportano sullo Stretto. Tagli, appunto, che il Governo prova a smentire con ricercati giochi di parole, attraverso i quali, però, finisce per confermare tutto. E finendo, inoltre, per sbugiardare le Ferrovie, che evidentemente hanno scritto il falso nel documento presentato ufficialmente ai sindacati il 2 febbraio scorso. L’ultimo esempio di questo modo di fare giunge dalla riunione di due giorni fa della commissione Trasporti della Camera, a cui ha preso parte il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro per replicare a diverse interrogazioni, tra cui quella dei deputati siciliani Zappulla e Amoddio sulla soppressione dei treni a lunga percorrenza. «Circa la paventata soppressione dei treni che collegano Siracusa e Palermo a Roma e Milano – afferma De Caro – tengo ad evidenziare che nessuna sospensione dei servizi Intercity in contratto di servizio media e lunga percorrenza è stata autorizzata da parte del Ministero». Eppure erano state proprio le Fs, il 2 febbraio scorso, a mettere per iscritto che «la soluzione è stata autorizzata dal Ministero in data 23 dicembre 2014». Quale soluzione? La famosa rottura di carico. Cioè quel processo per cui il passeggero scende dal treno, attraversa da pedone lo Stretto sui mezzi veloci e, giunto in Calabria, riprende il treno – un altro treno – con i propri bagagli già a bordo. Che, tradotto, significa – secondo il progetto delle Fs – passare da 10 Intercity e Intercity Notte a 4 Intercity Notte, da 20 treni merci a 14 treni merci, da due navi in linea sullo Stretto con 30 corse programmate a una nave con 18 corse programmate. Tutto smentito? Per nulla. Anzi, De Caro conferma. «È attualmente allo studio l’ipotesi di una rottura di carico tramite l’utilizzo dei nuovi e più moderni collegamenti veloci. L’ipotesi di progetto dovrà prevedere anche interventi infrastrutturali (tapis roulant, scale mobili, ecc.) tali da agevolare al massimo i viaggiatori senza tuttavia impattare in alcun modo sugli attuali livelli occupazionali». Al netto di precari e indotto, mai citati. Un’ipotesi, questo il sottosegretario lo ha ribadito, «che dovrà essere prioritariamente condivisa con il governo locale». Infine: «A giugno nessuna vendita di biglietti sarà interrotta», non perché i treni rimarranno, ma perché il Governo ha «espressamente richiesto la rottura di carico, ovvero la continuità dei servizi ferroviari in coincidenza dell’attraversamento dello Stretto con navi veloci». Nell corsa ai giochi di parole, ne suggeriamo uno al Ministero e alle Ferrovie: sullo Stretto nasce la continuità... discontinua.

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