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Sul ponte sventola bandiera bianca. Vergogna!

                                                                                                 di Lucio D'Amico

Sul ponte sventola bandiera bianca. Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate. Ha vinto l’emergenza. Ha perso l’insipienza. Vincono il mare, il vento, la sabbia. Perdono politici e amministratori di questa sventurata città, perdono i progettisti e i responsabili del procedimento di un’opera che rischia di rendere Messina lo zimbello d’Europa. “Ab initio”, erano due moli concepiti per affrontare l’emergenza, in attesa del grande porto commerciale con annessa piattaforma logistica. Tranne un periodo iniziale, grazie al quale si era riusciti a contenere i danni del maltempo (e si era visto quanti benefici avrebbe potuto portare uno scalo concepito fuori dal perimetro urbano), per il resto è stato una lunga catena di disastri. E negli ultimi anni tutte le magagne – relative alla progettazione e alla costruzione degli approdi, con procedure d’urgenza e i poteri speciali prima affidati al prefetto di Messina, poi al sindaco – sono venute a galla, mentre tonnellate di sabbia rendevano quella porzione di litorale sud, più che una parvenza di porto, un lido balneare. Il risultato è che mai come nell’ultimo anno, proprio sotto la gestione del sindaco che avrebbe voluto liberare la città dal passaggio dei mezzi pesanti e che ancora pensa a una flotta comunale per spezzare il “monopolio” delle società private di traghettamento, Messina è stata “ostaggio” dei Tir. Per quante settimane saranno chiusi gli approdi? E chi può dirlo? Quanti altri soldi dovranno essere gettati in quel “pozzo di San Patrizio” che ha già inghiottito milioni e milioni di euro, prima per i lavori di costruzione delle due invasature, poi per la dozzina di interventi di dragaggio e di liberazione dalla sabbia delle strutture portuali? Il Comune e l’Autorità portuale oggi sembrano Don Chisciotte e Sancho Panza (chi sia l’uno o l’altro, fate voi) nella suggestiva, ma perdente, lotta contro i mulini a vento. E lo scirocco è più forte, si fa beffe dei proclami, agisce sapendo che alla base c’è un’intrinseca debolezza strutturale. Tutti i porti di questo mondo, o quasi, sono periodicamente soggetti al rischio di insabbiamento. Ma in tutti i porti di questo mondo, o quasi, s’interviene subito, con mezzi pronti all’uso e costi contenuti, per riportare la situazione alla normalità. Quanto accaduto, e quanto accade a Messina, è roba di un altro mondo. E adesso godiamoci lo spettacolo delle lunghe file di Tir in pieno centro. Benvenuti, bisonti della strada, Messina è la vostra prateria. La città del ponte... dove si sventola bandiera bianca. Tutto assurdo, che vergogna!

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