Ne sposano il contenuto nella parte che chiede il mantenimento ed eventualmente il rafforzamento dei servizi del presidio ospedaliero Piemonte ma si dissociano per l’ultima parte, quella riguardante il servizio del 118. IL riferimento è alla lettera inviata martedì scorso dai colleghi dell’azienda Piemonte al Ministro della salute, all’assessore Borsellino e al Prefetto. Sono i medici di emergenza, coloro cioè che svolgono unicamente il compito delicatissimo di stabilizzare i pazienti che arrivano con le ambulanze nei vari punti di soccorso. L’ASL 5 di Messina, spiegano, ha applicato giustamente il decreto del 21 maggio 2010 che non prevede più la presenza di ambulanze di rianimazione, questo al fine di evitare la cronica carenza dei medici anestesisti nella sale operatorie e per evitare il loro utilizzo ad incentivo, a differenza dei medici dedicati come sono invece quelli di emergenza sanitaria. A spiegare l’organizzazione piuttosto complessa delle ambulanze nel territorio, il responsabile provinciale dell’Emergenza Territoriale Sanitaria dello Snami, Giorgio Giuffrè. La presenza di rianimatori sulle ambulanze è un’anomalia presente in alcune realtà siciliane che non hanno ottemperato al decreto assessoriale. I medici dell’emergenza dopo la laurea e la specializzazione vengono addestrato da anni con corsi di aggiornamento e percorsi formativi per svolgere ogni manovra, sono un anello fondamentale per la rete dell’infarto, per il politrauma, per l’ictus e per ogni tipo di emergenza. Grande solidarietà dunque e condivisione con i colleghi dell’azienda Piemonte ma sulla professionalità non transigono.
Marina Bottari
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