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Toh chi si rivede, la sabbia nel porto a sud

Rientrava nelle previsioni. Ormai nessuno può illudersi che, malgrado la ricostruzione della diga protettiva, l’approdo superi indenne le mareggiate alimentate dai venti di scirocco. Non si tratta di un insabbiamento record come quelli che di recente hanno causato la chiusura integrale del bacino, ma di un quantitativo di materiale che comunque non garantisce la profondità minima, cinque metri e mezzo almeno, all’interno del bacino. Già da ieri sera, i comandanti delle bidirezionali di Caronte&Tourist, Meridiano e Bluferries, hanno evitato di utilizzare lo scivolo esterno. Stamani il sopralluogo della guardia Costiera alla presenza del comandante Antonino Samiani. Il porto dovrà quindi essere utilizzato a mezzo servizio fino a quanto non verranno eseguite le operazioni di pulizia dei fondali. Questa volta le procedure, essendo un’operazione abbondantemente prevedibile, sono state avviate con largo anticipo. La gara per l’esecuzione delle opere  è già stata aggiudicata 15 giorni fa all’impresa La Dragaggi di Chioggia, la stessa che il mese scorso, in due riprese, ha trasferito dall’approdo di Tremestieri a ridosso del litorale di Galati circa 40 mila metri cubi di sabbia. Si attende quindi l’ok dall’assessorato regionale al territorio e ambiente per dare il via libera all’impresa che dovrà giungere in riva allo Stretto con la speciale imbarcazione. Un iter burocratico che evidentemente non si riesce ad evitare, neanche quanto la sabbia non è affiorata e si trova tutta al di sotto della linea di galleggiamento. Appare quindi superflua l’analisi del materiale che per legge deve essere effettuata prima di ogni spostamento. Non resta che attendere quanto tempo questa volta trascorrerà prima del via. Consola il fatto che almeno uno scivolo è disponibile e che quindi circa 35 corse giornaliere possono essere assicurate tra Tremestieri e Villa S. Giovanni.

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