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Rifiuti, 36 rinvii a giudizio

Un’attività d’indagine complessa, condotta dalla Capitaneria di Porto di Milazzo ed avviata inizialmente dalla Procura di Barcellona prima di approdare alla DDA per la gravità dei reati riscontrati.

Le indagini hanno consentito di appurare che un impianto di smaltimento del barcellonese trattava rifiuti e materiale di scarto per senza alcuna autorizzazione. Non solo ma l’impianto smaltiva  una quantità di materiale ben superiore  a quanto risultava dalla documentazione dei mezzi utilizzati per il conferimento.  Alla scoperta gli investigatori sono giunti durante un controllo del   personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari, nell’isola di Panarea. Si è accertato che una nota società che opera nell’arcipelago eoliano, trasportava e conferiva rifiuti speciali, nell’impianto di Barcellona sprovvisto di autorizzazioni. Le verifiche incrociate, effettuate dalla Guardia Costiera, tra i quasi 700 formulari rifiuti e la documentazione ambientale acquisita, risultava che oltre alla ditta eoliana, numerose altre società, avevano illecitamente conferito rifiuti speciali, anche pericolosi, nel centro di recupero barcellonese. A conclusione delle indagini è emersa una enorme differenza tra i rifiuti indicati nella contabilità come ricevuti dal centro di smaltimento, e quelli effettivamente trovati al momento del sopralluogo. Una discrepanza di circa 12.000 tonnellate di rifiuti che si sarebbero  volatilizzati. L’accusa per i 36 imputati fra imprenditori e responsabili dell’impianto è di  violazione della normativa ambientale in materia di smaltimento illecito di rifiuti.

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