Il Piano di riequilibrio torna stasera in aula. Alle 19 il consiglio comunale si riunirà per deliberare sull’atto di integrazione e sulla rimodulazione della programmazione finanziaria pluriennale che, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, dovrebbe essere lo strumento decisivo per scongiurare definitivamente il “default” del Comune e per avviare una stagione di rilancio socio-economico. Ieri il vicesindaco Guido Signorino ha relazionato a lungo nella competente commissione consiliare, ribadendo concetti già espressi in queste settimane. Il Piano è un’opportunità preziosa per l’ente locale e per l’intera città, dalla sua approvazione potrebbero discendere conseguenze benefiche come la possibilità di saldare i debiti con migliaia di creditori (cittadini, professionisti e imprese che attendono da anni di ricevere le spettanze dovute da Palazzo Zanca) e di mettere in circolo risorse finanziarie tra i 70 e i 100 milioni di euro. «Il 2015 può essere davvero l’anno della svolta», ha ribadito l’assessore al Bilancio. In realtà, tra i consiglieri si respira un’aria molto meno ottimistica e cresce il timore di un parere negativo da parte della Commissione ministeriale chiamata a promuovere o bocciare il Piano pluriennale. In una nota della componente del Pd “Lab/Dem”, si evidenzia come anche la relazione del collegio dei revisori dei conti «non sia entrata nel merito dei 23 rilievi mossi dal Ministero dell’Interno» e, dunque, «onestà intellettuale vorrebbe che la Giunta rendesse note le proprie considerazioni in ordine a tali rilievi, soprattutto per quanto concerne: 1) I debiti fuori bilancio, per ciò che riguarda la loro quantificazione ed il loro inspiegabile variare nell’ammontare tra una stesura e l’altra del Piano di riequilibrio; 2) le ragioni della mancata presentazione di tali debiti al consiglio comunale per il riconoscimento, circostanza già criticamente rilevata anche dalla Corte dei Conti; 3) l’esito delle proposte transattive formulate dall’Amministrazione ai propri creditori; 4) le ragioni per le quali non risultano conteggiati i gravosi interessi passivi maturati ai sensi di legge sui debiti del Comune; 5) i chiarimenti richiesti in ordine alle situazioni finanziarie delle partecipate. «Il Piano – sottolinea Giuseppe Fera dei “Lab/Dem”– così come è strutturato risulta del tutto inadeguato sotto il profilo tecnico». Da parte sua, l’amministrazione comunale risponde alle richieste di chiarimento e ai dubbi sollevati dalla consigliera comunale Antonella Russo in merito alla sottoscrizione di accordi transattivi allegati alla deliberazione di Giunta municipale n. 62 dello scorso 20 gennaio. Il sindaco Accorinti e il vicesindaco Signorino precisano alcuni aspetti: 1) Inserire che il credito oggetto di transazione risulti già censito sarebbe ultroneo, considerato che il fatto stesso di avere convocato determinati soggetti comporta da parte dell'Amministrazione il riconoscimento del relativo debito. La certezza del credito, si reputa, emerga già chiaramente dallo schema transattivo. 2) Allo stesso modo, appare sufficientemente specificato che l'importo oggetto di transazione è quello che supera la soglia minima di 50 mila euro. 3) Riguardo ai crediti derivanti da fattura per prestazioni di beni e servizi è esplicitamente previsto che il creditore rinuncerà agli interessi. 4) Con riferimento alla data di pagamento della somma oggetto di transazione, non esiste alcuna discrasia in quanto si fa riferimento a due differenti termini. Come chiaramente evidenziato sia nella proposta di transazione che nella delibera di Giunta e negli schemi allegati, entro il termine di 120 giorni dalla approvazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, sarà effettuato il pagamento dell'importo fino a 50 mila euro, mentre entro il termine di 120 giorni dal trasferimento alla Tesoreria comunale delle somme derivanti dall'adesione del Comune al fondo di Rotazione per la stabilità finanziaria degli enti locali, sarà corrisposta la parte eccedente l'importo di 50 mila euro».