I furti di rame in Sicilia hanno raggiunto proporzioni preoccupanti. Oltre a creare gravissimi disagi ai cittadini per i danni provocati dai ladri causano perdite economiche rilevanti per società di energia elettrica e telefonica che sono costrette ad affrontare ingenti spese per il ripristino delle linee danneggiate. Solo l’“enel s.p.a.” nel 2013 ha speso 20 milioni di euro mentre interi quartieri restano per giorni privi di approvvigionamento idrico o di luce elettrica. A Messina ultimamente è accaduto sempre più spesso lasciando al buio quartieri popolosi come Provinciale. A settembre i Carabinieri individuarono gli autori di numerosi furti di rame e risalirono alla catena di successiva lavorazione, smistamento e reimpiego del metallo, al centro di un florido mercato illegale. Soldi con i quali vengono finanziate le organizzazioni criminali dell’isola che hanno trovato così una nuova fonte di guadagno. Le indagini hanno consentito di individuare i siti di raccolta del rame rubato a messina, focalizzando l’attenzione su due ditte di raccolta e smaltimento, la “messina metalli” e la “metal rottami”. E’ emerso così che la ditta “Messina metalli” ora “fratelli Di Blasi ecofeme” di via don blasco, acquistava il materiale di provenienza furtiva e lo conferiva alla ditta “metal rottami” s.r.l. di Venetico Marina. Da qui il rame, grazie alla collaborazione di una ditta di trasporti ,veniva trasferito presso una terza ditta ,la “ecoacciai di pontedera in provincia di Pisa. Interi autoarticolati carichi di rame raggiungevano la Toscana partendo da Venetico. Lo scorso 27 agosto, i militari hanno seguito uno di questi camion partito da via Don Blasco, giunto a Venetico dove ha scaricato le matasse di rame. Poi con un Tir sono state trasportate presso la ecoacciai di Pontedera. E’ stato a questo punto che è scattato il blitz dei carabinieri, che hanno sequestrato 30.000 chili di cavi di rame riconducibili alla linea elettrica, per un valore complessivo di 200.000 euro.
Scattò quindi l’arresto per i fratelli Alberto, Antonino e Luciano di Blasi, gestori della ditta “fratelli di blasi ecofeme” di via don blasco, e per Lucia Spadaro, responsabile della “metal rottami s.r.l.” di venetico. Per tutti ora i sostituti Roberta LA Speme ed Antonio Carchietti hanno chiesto il rinvio a giudizio che verrà deciso nell’udienza preliminare del 23 febbraio davanti al gup Daniela Urbani. Ai quattro, assistiti dagli avvocati Salvatore Silvestro ed Antonino Li Causi, viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio del rame.
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