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La Chiesa di Montalto grida aiuto, è a rischio chiusura

Con il Duomo, la Madonnina e Cristo Re è uno dei simboli che rendono orgogliosi i messinesi ed è il più antico tra questi come storia e come tradizione soprattutto. Un simbolo tenuto in queste condizioni non fa onore alla città che vanta panorami naturali tra i più belli al mondo. Eppure il Santuario di Montalto sta letteralmente cadendo a pezzi. La sconcertante verità è sotto gli occhi di tutti. Basta accedere al sagrato dallo stretto passaggio per rendersi conto che qualcosa non va. I muri esterni del tempio si presentano così, con gli intonaci staccati in più punti. Anche fregi e capitelli risultano mancanti e lesionati in tutti e tre i prospetti laterali e nella torre campanaria che si trova sulla sinistra guardando la facciata. Nessuna nota al parroco Lorenzo Campagna, che con puntuale precisione ha segnalato negli anni e fino a un mese fa, il grave stato di ammaloramento del tempio alle autorità preposte, dal Sindaco al Prefetto, dalla Sovrintendenza al Genio Civile. L’accesso al sagrato potrebbe essere interdetto per motivi di sicurezza Nessuno in questi anni ha cercato di salvare il salvabile e adesso la chiesa si trova in queste condizioni con una torre campanaria ristrutturata anni fa per lavori di somma urgenza e l’altra non toccata che presenta evidenti i segni del tempo, nelle merlature, negli angoli, nella cuspide. Per non parlare poi degli interni che con progetti dedicati potrebbero essere sfruttati anche a fini turistici corrispondendo un ticket più che meritato per la visita. Invece la tromba delle scale che conduce al campanile si presenta così, con i ferri di sostegno ormai scoperti, scalini divelti, muri scrostati. Da qui sopra si gode una vista mozzafiato purtroppo negata ai visitatori da sempre. Un sentimento di rabbia e indignazione che cresce alla notizia, avvalorata dalla documentazione, che è andato perso da pochi mesi anche un finanziamento di 400 mila euro da parte dell’assessorato regionale ai beni culturali per la realizzazione di un’ala museale e la sistemazione della casa canonica. Le infiltrazioni e l’umidità dalle torri campanarie hanno anche interessato gli interni del santuario. L’acqua gocciola direttamente sui muri e nelle acquasantiere accanto alle porte d’ingresso tanto che don Lorenzo tra il serio e il faceto afferma: “Non è necessario che sia io a benedire l’acqua visto che arriva già dal cielo”.  

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