Una crisi di liquidità che rischia di portare al mancato pagamento degli stipendi, a disservizi per la città e, nella peggiore delle ipotesi, ad oltre cento esuberi. MessinAmbiente ha una nuova crisi da affrontare ed è venuta fuori in tutta la sua gravità mercoledì sera, nel corso del confronto tra i sindacati, il commissario Ciacci, il sindaco Accorinti e l’assessore Ialacqua. Almeno per quel che riguarda l’immediato, la questione stipendi. «È apparso evidente – è il commento di Clara Crocè e Carmelo Pino della Fp Cgil –come l’azienda attraversi un momento di grande difficoltà che, come affermato dallo stesso Ciacci, rischia di mettere a rischio anche gli stipendi di gennaio». Il sindaco si è impegnato a sbloccare le somme necessarie per pagare i contributi, una spesa di 2,1 milioni. Ma per la Cgil ogni sforzo va fatto per trovare i 3,6 milioni che servirebbero a superare l’emergenza: «Diversamente si prevedono duri momenti di protesta». Per Manuela Mistretta e Rosaria Perrone della Cisl «la priorità è il pagamento dei dipendenti, ma ci è stato ribadito che al momento ci sono problemi con le risorse. In questa delicata fase di transizione rimarremo sempre vicini ai lavoratori, vigileremo affinché si possano risolvere al più presto tutte le problematiche e venga garantito il loro futuro occupazionale». Ma far quadrare i conti, oggi, in casa MessinAmbiente è operazione tutt’altro che semplice. La situazione già precaria, che mese dopo mese indebita la società sia dal punto di vista fiscale che da quello previdenziale, è stata aggravata dalla nuova normativa fiscale prevista dalla legge di stabilità, il cosiddetto “split payment”: i Comuni, in sostanza, ai fornitori di servizi (in questo caso MessinAmbiente) pagano dal 1. gennaio la sola parte imponibile, versando la rimanente parte dell’Iva direttamente allo Stato. In altri termini, a MessinAmbiente mensilmente rimarranno i soldi sufficienti a pagare gli stipendi lordi e una parte delle forniture essenziali, non a garantire il pieno equilibrio finanziario della società stessa, come ha formalmente ribadito Ciacci nei giorni scorsi al Comune. Problema nel problema: a gennaio MessinAmbiente ha ricevuto dal Comune appena 1 milione 445 mila euro, a saldo del mese di dicembre. Una situazione che Ciacci non ha esitato a definire «insostenibile», il tutto mentre rimane accantonato un milione e mezzo di euro a garanzia di sanzioni e penalità varie, “accumulate” da ottobre 2013 e che rischiano di diventare oggetto di un nuovo contenzioso. I nodi stanno venendo al pettine e nonostante gli sforzi fatti dal nuovo corso (risparmi per oltre un milione e mezzo tra manutenzione dei cassonetti, internalizzazione del trasporto in discarica e riduzione di straordinari e festivi) i problemi sono quelli “storici”: perizie unilaterali da parte del Comune, servizi resi secondo ordinanze e pagamenti ritardati di imposte e tasse per far fronte a stipendi e forniture. Ciacci, nelle sue interlocuzioni con Palazzo Zanca, ha preannunciato «decisioni gravi». Il nodo dello stipendio di gennaio è solo un aspetto. Le ipotesi più estreme sono l’interruzione di pubblico servizio e la definizione di almeno 150 esuberi, con una pianta organica che sarebbe già nei cassetti, pronta ad essere tirata fuori in assenza di soluzioni.(s.c.)