Tre km di mare che hanno messo in moto tutti, meno chi dovrebbe gestirli come una risorsa non come un peso. Specie se poi i soldi per gestire il servizio ci sono e sono spesso dimenticati o usati in altro modo. Ci proverà un assemblea cittadina domani a scuotere i cuori della politica, quella stessa politica siciliana che non può accettare l'isolamento non di una città, ma di un' intera regione, non dall'Italia ma dall'europa.
Quella stessa Unione europea che ha mosso la mano del legislatore in occasione della stesura della Legge di Stabilità. All'articolo 293 si parla esplicitamente di obblighi dell'Italia nei confronti dell'Europa e per i quali, ogni anno vengono stanziati fino a 100 milioni di euro per il trasporto su rotaia di merci che partono e sono dirette nel mezzogiorno d'Italia. Il riferimento è specifico al servizio di traghettamento nello stretto che costa migliaia di volte in più rispetto al transito semplice su rotaia.
Ecco dove la politica può intervenire. Deve essere capace di ritagliare una fetta significativa di una cifra che per le sole merci è molto più alta di quelle recentemente stanziate, e portarla per davvero nello stretto. Basti considerare che di sola compensazione, sia per merci che per passeggeri lo stato restituisce a Ferrovie qualcosa 47 milioni di euro. Ebbene, da quest'anno ce ne sono a disposizione fino a 100 per le sole merci.
Puntare sul trasporto interegionale su rotaia, ammodernando con quei soldi le strutture, intanto potrebbe portare più navi sullo Stretto e poi alleggerirebbe il peso del gommato in città e sulle strade del sud italia, così come vuole la solita Europa. Messina a Contesse avrebbe una struttura, mai utilizzata ma costata tanti soldi, per divenire uno scalo merci significativo come quello di Bicocca, l'unico rimasto in tutta l'Isola. Nel frattempo, a giugno si rischia che le corse nello stretto da 30 arrivino a 18 e 4 solo per i treni a lunga percorrenza. E' soprattutto questo che vogliono evitare i firmatari del manifesto che difende la continuità territoriale e domani alle 18 si unirà all'assemblea dei sindacati organizzata alla Marittima. Le firme in calce a quel manifesto sono quasi tutte di matrice politica definita. E' una parte della Partito democratico che chiede alla città di mobilitarsi contro Ferrovie. Ma è lo stesso partito democratico che è saldamente al governo a Roma e che ha la forza politica di poter ottenere da Ferrovie quello che ai messinesi è stato negato.
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