Segretari comunali e provinciali ancora in stato di agitazione. Gli emendamenti presentati dal relatore del ddl, Giorgio Pagliari (Pd), confermano la volontà di una parte delle forze politiche di abolire la figura del segretario comunale. L’Associazione professionale dei segretari degli enti locali ha convocato l’assemblea generale dei propri iscritti, aprendola a tutta la categoria, per esaminare l’iter parlamentare della riforma. La riunione è fissata sabato, alle 10, presso il palazzo della Provincia. All’ordine del giorno anche la nomina dei vertici dell’associazione.
Dopo la relazione dell’attuale presidente, Maria Evelina Riva, si procederà a votare il nuovo consiglio direttivo. Esperiti gli adempimenti statutari, il dibattito si incentrerà sull’esame della riforma della pubblica amministrazione, che vede la possibile abolizione dei segretari comunali e provinciali.v“Gli emendamenti Pagliari – spiega la presidente Riva – prevedono la deresponsabilizzazione amministrativo-contabile dei politici, l’arbitrarietà nelle nomine dei direttori generali già nei comuni sopra i 10.000 abitanti e l’abolizione dei segretari comunali. Di tratta di misure che finiscono con il nuocere alla lotta alla corruzione”.
La legge n. 190/2012 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione), in effetti, ha attribuito grande rilevanza al ruolo del Responsabile della prevenzione dei fenomeni corruttivi, che negli Enti Locali è, di norma, il segretario comunale. Già nella relazione della Commissione di studio su trasparenza e corruzione nella p.a. (30 gennaio 2012) si riconosceva che “il Segretario è sempre stato anche strumento di garanzia della legalità e dell’imparzialità nelle amministrazioni locali … l’affidamento dei nuovi compiti anticorruzione non farebbe che esaltare questo ruolo”.
Il premier Matteo Renzi ed il ministro alla funzione pubblica, Marianna Madia, senza spiegarne le ragioni, hanno proposto l’abolizione della figura del segretario degli enti locali. L’emendamento Pagliari conferma l’abolizione della figura, voluta dalla proposta Renzi-Madia, e prevede la sua confluenza in un’apposita sezione ad esaurimento in un albo dei dirigenti degli enti locali. “La normativa anticorruzione – prosegue M. Evelina Riva - pone la propria attenzione sull’imparzialità soggettiva del funzionario, ritenendo insufficiente l’approccio tradizionale che voleva imparziale la sola azione dell’amministrazione. Le misure volute da una parte politica, vanno nella direzione esattamente opposta”.
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