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Vertenza Stretto, i danni e la beffa

 Oggi dovrebbe essere il giorno della verità. Il Gruppo Ferrovie dello Stato, nel corso della riunione con le organizzazioni sindacali locali, è chiamato a scoprire le carte e a comunicare chiaramente le intenzioni future. Si teme la cancellazione dei treni a lunga percorrenza da e per l’I s ola. Una strategia aziendale, questa, che se fosse attuata porterebbe Messina ad essere città capolinea o punto di partenza di convogli che circolerebbero soltanto in terra sicula. Le parti sociali consegneranno un documento in cui non si accettano compromessi: mantenimento del servizio trasporti o protesta ad oltranza. E fa la voce grossa anche la politica, il cui peso è indispensabile per far sì che la vertenza conosca uno sbocco positivo. In questa direzione s’inseriscono l’i n t e rrogazione parlamentare del deputato nazionale del Movimento Cinquestelle Francesco D’Uva e l’interpellanza della collega dell’Ars Valentina Zafarana. Rivolgendosi al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, D’Uva ricorda che l’attuale assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana, Giovanni Pizzo, ha già sostenuto che «l’a t t r a v e rsamento dello Stretto è una rottura di carico che dura tra le 2 ore e le 2 ore e mezzo, ed è necessario quindi puntare a servizi migliori, senza paura dei cambiamenti e delle modernità». Il parlamentare grillino segnala, poi, «una gravissima incongruenza tra le ultime possibili decisioni assunte in via unilaterale dal ministero dei Trasporti e dai vertici della società “Rete Ferroviaria Italiana s.p.a.”, nonché confermate dall’e s ecutivo della Regione Siciliana, e i recenti investimenti effettuati per l’a m m o d e r n amento e l’ottimizzazione dell’attuale sistema di trasporto ferroviario tra le sponde dello Stretto». Pertanto, chiede di intervenire urgentemente, affinché venga impedita «la possibile soppressione del servizio treni a lunga percorrenza tra la Regione Siciliana e la Penisola italiana, a tutela di un diritto di continuità già fortemente compromesso, e la conseguente soppressione delle navi a 4 binari che autorizzerebbe la sospensione delle relative sovvenzioni statali». Dello stesso avviso Valentina Zafarana, la quale fa notare che la soppressione dei treni a lunga percorrenza «escluderebbe la Sicilia dalla sovvenzione di 100 milioni di euro prevista per il gestore dell’infrastruttura ferroviaria». 

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